Page 152 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
P. 152
150 Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione
della guerra e di tutte le informazioni relative alle perdite di prigionieri di guerra
italiani. Le cifre, tuttavia, non furono mai del tutto coincidenti.
Il calcolo generalmente attestato come più corretto è dovuto invece agli stu-
di condotti dalla Commissione delle riparazioni di guerra, che determinò circa
651.000 caduti. La stima della Commissione fu desunta ricalcolando il numero
dei decessi successivi alla fine della guerra, ben 87.000, dal 12 novembre 1918
al 30 aprile 1920, e quello dei caduti in prigionia, ricalcolati da 90.000 a 100.000.
Studi più recenti hanno invece indotto a rivedere al ribasso la cifra comples-
siva dei caduti militari italiani durante la Grande Guerra, stimando una perdita di
circa 559.000 unità.
Le Fonti
Le fonti principali utilizzate per la determinazione numerica dei Caduti sono
stati naturalmente gli atti di morte, le dichiarazioni di irreperibilità o di scompar-
sa che provenivano dagli uffici matricola dei Depositi, i dati degli uffici di Stato
civile dei singoli comuni, i dati dell’Ufficio Statistico del Comando supremo, ol-
tre ai dati comunicati all’Ufficio Perdite della Direzione Generale Leva e Truppa
del Ministero della guerra, i dati delle Direzioni della sanità militare, le comuni-
cazioni della Croce Rossa Italiana e quelle della Croce Rossa Austriaca circa i pri-
gionieri di guerra, tutte notizie che furono accentrate presso l’Ufficio Prigionieri.
Particolarmente preziosi si rivelarono anche i dati forniti dai Cappellani mili-
tari, quelli raccolti dall’Ufficio Centrale Notizie di Bologna, dagli addetti militari
nei paesi già nemici, in particolare dell’addetto militare a Vienna, quelli raccolti
dall’Ufficio Centrale per la cura e le onoranze dei caduti in guerra di Padova, per
le sepolture nei vari cimiteri di guerra disseminati sui diversi fronti e, infine, le
notizie tratte dalle domande di pensione di guerra.
I criteri di redazione
Le esigenze di ordine statistico, storico e organiche militari con le quali fu redat-
to l’Albo d’Oro furono dunque tutte convergenti nel richiedere un’analisi più com-
piuta delle perdite, cercando di suddividere i caduti secondo alcuni criteri di base.
In primo luogo, occorreva determinare il periodo temporale entro il quale doveva
essere avvenuta la morte. L’elenco doveva comprendere tutti i militari del Regio
Esercito, della Regia Marina e della Regia Guardia di Finanza, il cui decesso o scom-
parsa fosse avvenuto per causa di guerra dal 24 maggio 1915 al 20 ottobre 1920,