Page 154 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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152        Il Milite Ignoto: sacrificio del cittadino in armi per il bene superiore della Nazione




            zioni e correzioni dovute a ritardi nel controllo dei dati. Per la forma tipografica
            del documento ci furono varie proposte tese a disporre i nominativi in specchi
            riepilogativi, oppure disporli in colonna, segnando a fianco o sotto ciascun no-
            minativo le generalità del caduto e tutte le altre indicazioni previste. Il primo
            sistema avrebbe facilitato il lavoro agli studiosi in relazione al computo dei totali
            dei caduti, avrebbe certamente reso più difficili le eventuali correzioni e avrebbe
            dato luogo ad un’opera poco elegante sul piano estetico ed editoriale: non un
            documento di carattere storico e celebrativo dunque, bensì un lavoro di carattere
            statistico e computistico. Fu dunque adottato il sistema in cui i nominativi dei
            caduti si presentano disposti su due colonne di trenta nomi per ciascuna pagina.
            Le schede individuali, dopo i controlli di rito effettuati, si ridussero a 17.998 e fu-
            rono costituite da cartoncini della dimensione di cm. 9 x 16, contenenti la regio-
            ne, il casato e il nome, la paternità, il grado, l’arma e il corpo, la data e il luogo di
            nascita, il distretto militare, la data della morte o della dispersione, il luogo della
            morte o della dispersione, la causa della morte, le medaglie al valore e il numero
            della pratica relativa. I lavori per la realizzazione dell’Albo procedettero con len-
            tezza: l’opera fu completata solo 40 anni dopo il suo avvio, perché il primo dei
            28 volumi fu pubblicato nel 1926, l’ultimo nel 1964.


            Conclusioni

               Per compiere una palingenesi davvero definitiva non restava ora che consa-
            crare all’eternità le spoglie mortali di tutti i Caduti militari italiani della Grande
            Guerra nella fisicità maestosa e imponente delle strutture monumentali di pietra
            che avrebbero custodito per sempre ciò che di essi materialmente restava. La
            conservazione perpetua dei Resti mortali dei Caduti nei grandi Sacrari Militari
            costituirà pertanto l’avvio di una terza fase della memoria dei Caduti nel nostro
            Paese, attuata con la politica delle grandi concentrazioni di salme avviata dal
            generale Giovanni Faracovi a partire dal 1927 e sviluppatasi poi con il varo della
            legge istitutiva del 1931 del Commissariato Generale che avrebbe assicurato la
            sistemazione definitiva delle salme soltanto agli inizi degli anni Cinquanta.
               Se con la celebrazione del Milite Ignoto si intendeva commemorare, attra-
            verso un soldato sconosciuto, tutti i soldati italiani che avevano perso la propria
            vita nel Primo conflitto mondiale, l’Albo d’Oro intendeva invece scolpire e con-
            segnare ai posteri tutti i nominativi dei soldati che in essa caddero. Con la sua
            redazione il Paese istituzionalizzava formalmente la memoria dei Caduti della
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