Page 321 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
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               -    Trattato di Neuilly del 27 novembre 1919 con cui la Bulgaria cedette la
                    Dobrugia meridionale alla Romania, alcuni distretti al Regno di SHS e
                    altri alla Grecia;
               -    Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920: esso segna la fine dell’Impero otto-
                    mano, che già durante la guerra fu occupato, per quanto riguarda i ter-
                    ritori arabi, dalle forze dell’Intesa. Queste ultime, con Sèvres, puntano
                    ad occupare anche i territori della penisola Anatolica. L’Italia volle far
                    valere gli accordi di San Giovanni di Moriana, ai quali però si opposero
                    Gran Bretagna e Francia. Nascono così gli accordi italo-greci del luglio
                    1919 con cui l’Italia scambia le sue pretese in Turchia con il consenso
                    greco agli interessi italiani in Albania. Gli accordi vennero resi pubblici
                    dai greci e questo suscitò grande scalpore, oltre che rivolte e proteste
                    antitaliane in Albania. Solo con l’acquietarsi della situazione e altri trat-
                    tati, l’Italia acquistò nuovamente la sua centralità in Albania.
              Per quanto riguarda il contesto nazionale, in quanto vincitrice, l’Italia si se-
          dette alla Conferenza di pace condizionata da tre elementi che ne guideranno
          l’azione. In primis, un interventismo democratico spinto dal principio di nazio-
          nalità e dall’intenzione di collaborare con i Paesi vicini secondo i principi della
          nuova diplomazia wilsoniana, secondo cui si riteneva che l’Italia dovesse man-
          tenere Fiume in cambio della cessione delle aree non italiane della Dalmazia. In
          secondo luogo, la presenza dei nazionalisti: essi volevano il controllo italiano
          sulla sponda orientale dell’Adriatico. In questo modo veniva introdotto il tema
          di dannunziana coniatura della “vittoria mutilata”. Infine, il governo Orlan-
          do-Sonnino, che si trovava a negoziare in una condizione difficile a causa della
          secondarietà del fronte italiano rispetto a quello occidentale, considerato dalle
          forze dell’Intesa come un Paese non così poi leso dagli eventi bellici. Le richie-
          ste del rispetto del Patto di Londra incontrarono su diversi punti l’opposizione
          dello stesso Presidente Wilson. Ne conseguì, quindi, un certo isolamento per
          la delegazione italiana.
              Menzione a parte merita il cosiddetto problema adriatico, già emerso nel cor-
          so di questo Convegno. L’azione della delegazione italiana fu particolarmente in-
          tensa per quanto riguarda la questione adriatica: tutte queste aspirazioni vennero
          condensate nel Memorandum Barzilai  in cui, oltre a quanto previsto dal Patto di
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          5    Memorandum Barzilai, Le rivendicazioni dell’Italia nelle Alpi e nell’Adriatico. Testo approntato
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