Page 91 - ATTI 2021 - IL MILITE IGNOTO
P. 91

a
          1  Sessione - Il tributo di sangue                                      89



          ideale tra le lotte per l’indipendenza di epoca risorgimentale e la guerra allora in
          atto. C’è una sostanziale continuità tra i movimenti femminili del periodo risorgi-
          mentale e la mobilitazione di massa della prima guerra mondiale.
              Molto sentito in questi ambienti anche l’adesione ad un ‘canone’ di mater-
          nità patriottica. La giornalista Anna Franchi e l’intellettuale Margherita Grassini
          Sarfatti persero i figli in guerra e vollero trasformare il dolore della perdita in
          una testimonianza, contribuendo a fare del culto dei caduti uno degli elementi
          fondanti della ‘religione’ della guerra: esempio di come un lutto privato potesse
          assumere valenze politico-simboliche. Si affermava che il sangue sparso dai figli
          sul Carso era sì quello dei soldati ma era anche il sangue delle madri che avevano
          dato loro la vita. Margherita Sarfatti parlò del sangue e delle rose che avevano
          macchiato di rosso, nel gennaio 1918, l’annuncio della morte in guerra del figlio
          diciassettenne Roberto. Pubblicherà un volume in versi dal titolo I vivi e l’ombra,
          dedicato al figlio.
              Tra tante figure femminili protagoniste di quegli anni merita un cenno in più
          Anna Franchi, seconda donna ad essere iscritta all’Associazione dei giornalisti,
          ma meno nota di altre. A Milano era stata attiva nella campagna per il suffra-
          gio politico alle donne. Nell’estate del 1914 lo scoppio della guerra la colse in
          vacanza in un paesino ai confini della Svizzera. Tornata a Milano prese parte
          alla commemorazione delle Cinque Giornate del 1848, distribuì fogli volanti per
          ricordare il sacrificio di Oberdan, entrò in contatto con il gruppo che si racco-
          glieva intorno al “Popolo d’Italia”, iniziando la sua collaborazione con questo
          giornale. La posizione interventista la portò a prendere le distanze dal partito
          socialista cui era stata vicina per anni. Durante la guerra, oltre ai tanti articoli
          pubblicati sui giornali, scrisse A voi soldati futuri dico, un manuale di storia per
          ragazzi per far loro comprendere il senso della guerra che si stava combattendo
          e che era presentata come la conclusione del processo risorgimentale. Alle mo-
          tivazioni dell’irredentismo Anna Franchi dedicò un altro lavoro Città sorelle nel
          quale ricostruì la storia delle città e paesi di cui si rivendicava l’italianità, esaltando
          la civiltà latina in opposizione a quella germanica. Nel 1917 pubblicò Il figlio alla
          guerra, diario di una madre che intrattiene col figlio al fronte una corrispondenza
          sulla necessità del conflitto. Franchi aveva i due figli più grandi ufficiali al fronte.
          Il libro, pubblicato mentre l’autrice riceveva la notizia della morte, sul San Ga-
          briele, del secondogenito, Gino Martini, medaglia d’argento alla memoria, co-
          nobbe un grande successo e molte ristampe. Nel dicembre 1917 fondò la Lega
          di assistenza tra le madri dei caduti che aveva come motto Assistere per resistere e
   86   87   88   89   90   91   92   93   94   95   96