Page 39 - Le Forze Armate. Dalla scelta repubblicana alla partecipazione atlantica - Atti 27 novembre 1997
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LA  SITUAZIONE DELLE  FORZE  ARMATE  ALLA FINe DEL CONFLITI'O           27

                C'è,  nel  sottofondo,  anche  una  certa  sfiducia  nei  nostri  riguardi  per quanto
           concerne l'efficienza  dello strumento militare,  ma emergono anche considerazio-
           ni di ordine geopolitico che portano a  delineare visioni strategiche - peraltro non
           sempre collimanti fra  le  due sponde dell'Atlantico - che si sostanziano,  in pratica,
           nell'attribuire  al  nostro  Paese  una  funzione  internazionale  che  non  è,  di  certo,
           quella che il  governo italiano intende perseguire.
                Gli Stati Uniti,  ormai orientati a  spostare l'asse di  gravitazione del loro sfor-
           zo strategico verso il Giappone, pensano di lasciare alla Gran Bretagna l'onere di
           fronteggiare i problemi della  sicurezza nel Meditenaneo. La  Gran Bretagna, a  sua
           volta, è consapevole dei suoi interessi primari ed accetta ben volentieri questa sor-
           ta di delega, per cui- almeno all'inizio- persegue l'obiettivo di ridimensionare al
           massimo la  presenza  militare  italiana  nel Mediterraneo.
                A fronte di questo gioco di mosse e contromosse, la  tenacia dell'impegno del
           governo italiano coglie un primo successo con la costituzione di un "Raggruppamento
           motorizzato",  forte  di 5 mila  uomini con armamento ed equipaggiamento italiani,
           destinato  a  dare un contenuto concreto al  coinvolgimento  dell'Italia  nella  guerra
           di liberazione a  tìanco degli Alleati.
                È un primo nucleo di  forze,  attorno al quale si pensa - da parte italiana, s'in-
           tende- di costruire le  premesse per un app01to più  consistente. Impresa  non fa-
           cile,  ove si tenga presente che si tratta  di superare difficoltà  non lievi sul piano
           formale  (richiesta  di  autorizzazione  agli  Alleati)  e,  ancor peggio,  sul  piano mate-
           riale (richiesta di  armi e  mezzi per equipaggiare i reparti).
                Pur  con  il  modesto  contributo  del  "Raggruppamento  motorizzato",  che  si
           batte con onore in due fatti  d'arme di un certo rilievo  (a Montelungo nel dicem-
           bre  1943  e  a  Montemarrone  nel  marzo  1994),  l'Italia  acquista  credito  anche  sul
           piano politico e  di  esso si  avvale per esercitare una forte  pressione,  al  fine  di ot-
           tenere una più  consistente  partecipazione sul  piano militare.  Un primo  risultato
           si ha già nell'aptile di quello stesso anno, con la trasformazione del "Raggruppamento
           motorizzato"  in  "Corpo  Italiano  di  Liberazione",  la  cui forza,  già  nell'estate,  am-
           monta a  ben  15  battaglioni  di  fanteria  ed a  11  gruppi di  artiglieria  per un tota-
           le di  25  mila  uomini con mezzi ed equipaggiamenti' italiani.
                L'ottima  prova fornita  in combattimento (partecipazione all'offensiva alleata
           dopo  lo  sfondamento  a  Cassino;  liberazione  di  Teramo,  l'Aquila  e  Ancona)
           rafforza  la  posizione italiana  nel perseguimento di  più  ambiziosi traguardi sulla
           via  di  un  crescente  contributo  allo  sforzo  bellico  comune,  ma  la  richiesta,  più
           volte reiterata nel tempo, non trova adeguata risposta negli Alleati,  portati a con-
           siderare prioritario un  ben diverso  contributo,  quello fornito  dai  soldati  italiani
           inquadrati  in  numero  crescente  in  "unità  di  retrovia",  con mansioni  ausiliarie,
           alle loro dirette dipendenze. Il tutto si inquadra nel più vasto contesto di un con-
           tributo indiretto,  nel quale si  colloca anche l'utilizzazione di prigionieri di guem'.
           italiani, non ancora rilasciati nonostante le tipetute richieste, impiegati, per la gran
           parte,  come  mano  d'opera  in  attività  produttive  alleate,  in  particolare,  nelì'
           industria bellica.
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