Page 41 - Le Forze Armate. Dalla scelta repubblicana alla partecipazione atlantica - Atti 27 novembre 1997
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LA SITUAZIONE DEllE FORZE ARMATE ALLA FINE DEL CONFUTTO 29
La costituzione dei "Gruppi di combattimento" segna una autentica svolta
nel rapporto fra gli Alleati e l'Esercito italiano: è, in pratica, il riconoscimento
di un contributo, èhe non è più accessorio ma parte integrante di un disegno
comune, e l'avvio di una graduale politica di assistenza diretta alle Forze Armate
italiane.
Il risultato è che, alla fine delle ostilità, gli Alleati provvedono a sostenere cir-
ca mezzo milione di soldati italiani, con un coinvolgimento sbilanciato a favore de-
gli inglesi. Gli americani, infatti, per una sorta di delega, si limitano a mantenere
le sole unità italiane, impegnate come ausiliarie della 5" Armata. La sola eccezio-
ne si riferisce - come già evidenziato - alla fornitura di un certo numero di aerei
all'Aeronautica Militare.
Il sostegno pone l'esigenza di una adeguata struttura amministrativa, nella
quale ovviamente preponderante è la presenza degli inglesi.
In questo quadro, apparentemente positivo, non mancano, però, zone d'om-
bra. Queste riguardano il mancato sbocco della cobelligeranza in un progetto po-
litico di rapida formulazione che segni di fatto il superamento di uno "status", quello
armistiziale, fortemente penalizzante per il nostro Paese.
I problemi da risolvere sono tanti e le frustrazioni sono altrettante.
Se ne fa portavoce il maresciallo Messe, Capo di Stato Maggiore Generale, in
un promemoria dell'ottobre 1944 per il Presidente del Consiglio, nel quale am-
monisce che è bene non farsi illusioni circa la possibilità di accrescere ulterior-
mente, come si vorrebbe, il contributo italiano, per le difficoltà che si incontrano,
nonostante tutto, nel rapporto con gli Alleati, specie per quanto si riferisce alle ne-
cessarie forniture di armi e di mezzi. Pesante è, anche, a suo avviso, il sistema dei
controlli.
In tali condizioni, il maresciallo Messe auspica l'adozione di provvedimenti
possibili- indipendentemente dagli Alleati- per accrescere la nostra partecipa-
zione alla lotta, ma chiede, al tempo stesso, iniziative per creare un clima di unità
nazionale a sostegno delle Forze Armate, al fine di eliminare il rischio di una con-
trapposizione assai pregiudizievole tra le due componenti della lotta di liberazio-
ne (unità regolari e partigiani).
È - quello dei partigiani e del loro eventuale inserimento nelle forze regola-
ri - uno dei problemi più spinosi da risolvere, alla luce oltretutto di talune evolu-
zioni della situazione politica interna.
Il traguardo del governo italiano rimane, pur sempre, l'allestimento di un ve-
ro e proprio "Esercito di liberazione", ma al riguardo la sensibilità alleata è assai
scarsa, per non dire nulla, anche perché non si può disconoscere che sussistono
difficoltà non facilmente aggirabili. C'è un intreccio assai penalizzante di vincoli
formali sotto il profilo giuridico e di vincoli sostanziali sotto il profilo materiale
per la totale dipendenza dalle nazioni alleate.
La fine del conflitto non comporta automaticamente il supera.mento degli uni
e degli altri, essendo la soluzione legata a quelle che saranno le decisioni per
quanto concerne le clausole milita1i del "Trattato di Pace".