Page 42 - Le Forze Armate. Dalla scelta repubblicana alla partecipazione atlantica - Atti 27 novembre 1997
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30 UMBERTO CAPPUZZO
Un passo significativo, però, viene compiuto con la decisione presa dai Governi
alleati, nella sessione di Londra del "Consiglio dei Ministri degli Esteri", di procedere
ad una prima ristrutturazione dell'Esercito italiano (intervento diretto reso possibile
per il perdurare delle condizioni armistiziali).
In assenza di un disegno politico concordato, le discussioni che ne seguono
fanno emergere molti punti di contatto, ma anche molte divergenze.
Gli inglesi, infatti, sono combattuti fra l'intendimento eli controllare il nemico
di un tempo e l'esigenza eli non deludere il potenziale alleato del futuro. A pre-
messa, hanno una visione politico-strategica che si impone per razionalità di im-
postazione. L'Europa rappresenta, per loro, una delle zone eli influenza di più
elevata priorità. Essa va vista in sistema con altre zone di interesse (Medio Oriente,
Commonwealth) ed alla luce di un rappotto p,rivilegiato con gli Stati Uniti, talché
acquista particolare importanza il controllo delle linee di comunicazioni attraver-
so l'Atlantico e l'Oceano Indiano. Da qui, l'orientamento ad attribuire all'Italia una
particolare funzione nelle prospettive di sicurezza.
A livello militare - ed in contrasto con il "Foreign Office" - si va delineando,
altresì, l'orientamento a non sottovalutare possibili evoluzioni della situazione eu-
ropea, a seguito delle più recenti iniziative dell'URSS, che lasciano prevedere l'in-
sorgere qi una nuova minaccia da Est.
A fronte di questi fermenti, gli americani mostrano di privilegiare una con-
cezione della sicurezza meno tradizionale, basata, cioè, più che sui rapporti di po-
tenza di un tempo, sulla visione, forse un po' utopica, eli un nuovo ordine
internazionale in via di progressiva evoluzione. La verità è che, molto probabil-
mente, fanno affidamento su un potenziale atomico che li pone, in posizione di
incontrastata "leadership", in pratica al sicuro da ogni minaccia.
Solo successivamente, nel 1946, l'amministrazione Truman, a seguito di ta-
luni comportamenti dell'Unione Sovietica, decide di cambiare politica, dando l'av-
vio a "programmi di assistenza militare" a favore di Paesi terzi.
Nel gioco complesso di azioni e reazioni, discussioni e proposte, richieste
e decisioni, assai articolato è il peso che i responsabili militari vengono ad as-
sumere nelle iniziative che, in un modo o nell'altro, interessano le Forze Armate
italiane. Si tratta di azioni e reazioni, discussioni e proposte, richieste e decisio-
ni che chiamano in causa, di volta in volta, il "Quartier Generale Alleato in
Italia", i comandanti supremi alleati ed i vari organismi della complessa struttu-
ra di comando.
La fine delle ostilità ripropone la vasta e complessa problematica del futuro
delle Forze Armate italiane; problematica che riguarda lo scioglimento della mag-
gior patte delle unità italiane che avevano operato nelle retrovie, la sorte delle unità
che avevano combattuto o collaborato a fianco degli Alleati (Gruppi di combatti-
mento; Unità addette alla sicurezza interna, Marina ed Aeronautica), le modalità
del loro sostentamento e del loyo equipaggiamento.