Page 127 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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COME  CI  AVVIAMMO  A LISSA                                            117

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         clelia  squadra.  E conviene  poi  aggiungere  che  quantunque  il  Persano  scriva  al
         ministro  che  gli  manda  la  copia  ciel  rapporto  spedito  all'ammiraglio,  invece  la
         copia ha  aggiunte  e  varianti (12):  per esempio  addita  al  ministro,  fra  i maggior-
         mente segnalaLisi,  un ufficiale  che nel  rapporto  all'ammiraglio  neanche  è  ricor-
         dato,  sicché,  se  il  ministro,  per  ipotesi,  avesse  ottenuta  dal  re  la  concessione
         delle ricompense chieste dal  Persano,  l'Albini  avrebbe veduto  premiato  un uffi-
         ciale  che nemmeno gli  era  stato  indicato  come  meritevole d'encomio.
              Considerando ora la  sostanza dell'episodio, a me  pare che possa essere pri-
         ma  di  tutto  notata  la  leggerezza  colla  quale  il  Persano si  cimentò ad un'impresa
         che  indubbiamente  era  troppo  maggiore  dei  mezzi  dei  quali  il Persano  dispo-
         neva.  Certo  nessuno si sentirà,  almeno  per ora,  di  biasimarlo  con severità,  ché
         almeno  nella  decisione  di  cannoneggiare  il  forte  di  Caorle  è  un baleno  eli  ardi-
         mento,  sia  pure irragionevole,  che rompe la  tenebria delle comuni inerzie e del-
         la  pavidità  di  qualcuno.  Ma  se così  può essere  non solo  escusata  ma  anche un
         poco  lodata  l'azione  del  12  giugno,  che  almeno  mostrò  agli  Austriaci  che  una
         nave italiana  andava risolutamente al  fuoco,  non altrettanto credo che possa dir-
         si  del  tentativo  rinnovato il  13.  Falla già  la  prova dell'ardimento,  l'insislenza  1110-
         sU'ava  voglia  e  speranza  di  riuscire  a  clomare  il  forte  col  piccolo  briganlino:  e
         l'una e  l'altra  erano  manifestamente vane.
              Più  importante  mi  sembra  la  considerazione  che  si  può fare  sul  comando
         non voluto assumere  il  13  giugno elal  Persa no.  È comandante delle cinque can··
         noniere vene le  il Timoteo,  lenente di  vascello  e  quindi  inferiore cii  due gradi al
         Persano,  che già  era  capitano  di  fregata.  A malgrado  di  ciò,  il  Persano  si  pone
         sotto il comando del Timoleo: va  di  persona a trovarlo a bordo, scambio di  chia-
         marlo: si  fa  assegnare da lui  il posto pel  combattimenlo. Di questa che a dir po-
         co  è  una  stranezza  non  si  riesce  a  capire  la  ragione (3):  certo  il  Persano  è
         biasimevole, quasi come sarebbe un comandante che nascondesse la  propria in-
         segna di  comando per non assumersi  la  responsabilità  cii  esercitare gli  uffici  del
         proprio graclo.
              L'Albini  non  approvò  l'azione  ciel  Persano  conlro  il  forte  cii  Caorle:  ma  lo
         lasciò  capire  più  che  non  lo  dicesse.
         17.  (L'Albini al min. di gliel'l'a e /1/tll'.:  17 gillgno).  "".Trasmetto due rapporti,  uno del
              marchese  Ceva  e  l'altro  del  conte  Persano,  relativi  entrambi  ad  lino attacco  con-
              tro  il forte  di  Caorle.  Il  marchese  Ceva  faceva  parte  clelia  spedizione  di  cui  era
              discorso  nel  mio foglio ... (14).  Il conte di  Persano era  invece spedito in  stazione a
              Venezia.  Nella  sua  navigazione,  siccome  egli  accenna  nel  suo  rapporto,  il vento
              portando hl  bordata sopra Caorle,  intese cii  prencler per punto cii  mira  il  rorl'~ sud-
              detto per fare  eqercitar(;  il suo equipaggio al  tiro  ciel  cannone,  esercizio  però che
              fallì  poco  non gli  tornasse spiacevole".  (A l'cb.  di SI.  di Torino.  - Sez.  1\1,  II/arina,
              mazzo  316)".
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