Page 30 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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20 MARIANO GABRIELE
giugno arrivò da Napoli il Capri che trasportava il brigadiere di marina Pier Luigi
Cavalcanti, designato a sostituire nel comando il De Cosa se ancora l'ammiraglio
avesse ignorato l'ordine o ritardato il ritorno della squadra. De Cosa fu costretto
a partire il 12, ma quando il 21 giugno giunse a Reggio Calabria si dimise dal co-
mando, non essendo disposto a combattere contro altri italiani in Sicilia, né a coo-
perare all'abbattimento della libertà "dopo il servizio onorato eli tanti anni" (6).
Avuto sentore clell'atteggiamento del re di Napoli, è comprensibile che
l'Albini non contasse a fondo sulla collaborazione clelia squaclra napoletana.
Percluta il 22 maggio - anche per sue carenze e imprevidenze tattiche - l'oc-
casione cii affrontare gli austriaci in mare aperto, Albini non poté impedire
che si rifugiassero nel porto eli Trieste, cui pose il blocco insieme ai veneri
e, fino a quando rimasero, ai napoletani. Ma tra il 22 maggio e 1'11 giugno,
clata della dichiarazione di blocco, passarono 20 giorni. In questo perioclo,
la capacità cii incidere sul nemico del potere marittimo italiano venne sem-
pre più attenuata.
Seguiamo la scansione elei fatti. Chiusasi in Trieste la squadra austriaca, in-
cominciarono le interferenze politiche ad iniziativa elei consoli della Confederazione
germanica, che trascinarono tutti i rappresentanti esteri, acl eccezione cii quello
cii Francia, a protestare con l'Albini per la presenza clinanzi alla città clelle navi
italiane, come se nel porto non si trovassero le navi militari austriache. Il 27
l'Albini annunciò che avrebbe applicato il diritto di guerra ecl avrebbe conside-
rato militari anche i vapori armati del Lloyd Austriaco.
I dirigenti clelia compagnia di navigazione corsero in difesa clei loro inte-
ressi e il 2 giugno ottennero di poter navigare liberamente, purché non parteci·
passero ad azioni militari e non trasportassero truppe o contrabbando di guerra.
Frattanto, fallita la strana e un pò oscura proposta di clisfida navale tra un
numero pari di unità italiane ed austriache, l'Albini propose il 28 maggio al go-
verno di Torino cii dichiarare il blocco di Trieste. Carlo Alberto rispose solo il 7
giugno, autorizzandolo, così che 1'11 successivo il blocco fu dichiarato: sarebbe
stato applicato a partire dal] 5 giugno per le navi austriache e dal 15 luglio per
quelle di altra bandiera. Ma 1'11 coincise con l'arrivo ciel Cavalcanti e il J 2 i na-
poletani partirono.
Le forze sarde e venete, tuttavia, assicuravano ancora una certa superiorità
agli italiani, i quali parevano in grado eli mantenere effettivamente il blocco, tan-
to che il governatore cii Trieste, Salm, avviò contatti con l'Albini per concludere
una pace marittima che lasciasse libero il commercio marittimo e confinasse le
unità della notta austriaca a Trieste e in Istria e quelle italiane a Venezia.
Il 16 giugno la Dieta germanica protestò formalmente, mentre l'Albini era
alle prese con le istruzioni trasmesse dal generale Franzini, ministro cii Guerra e
Marina. Queste gli ~,rescrivevano: 1) che il blocco non diventasse una questio-
ne tedesca; 2) che avesse lo scopo eli catturare .oc\istruggere la nona austriaca;