Page 39 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LE MARINE MILITARI PRE-UNITARIE 29
contra.mmiraglio Bua, sostituito prima dal capitano di fregata Alessandro Tiozzo
e poi dal capitano di corvetta Achille Bucchia, mentre anche gli altri vecchi
comandanti furono rimpiazzati da ufficiali più giovani, senza che peraltro ciò
determinasse un sensibile miglioramento operativo (19).
In effetti la più notevole, sebbene tardiva azione navale intrapresa dal rin-
novato Stato Maggiore della Marina veneta fu di tipo insidioso e portò al dan-
neggiamento della fregata austriaca Venere ad opera di un brulotto incendiario
ed esplosivo nella notte dell'Il agosto 1849, cioè solo tredici giorni prima della
capitolazione. Invece due tentativi di attaccare le navi bloccanti con gran parte
della flotta di San Marco, compiuti nel maggio 1849, non ebbero alcun seguito,
a causa del momentaneo allontanamento delle unità nemiche.
Fu poi impossibile replicare questo tipo di missioni collettive, a causa della
nota epidemia di colera che colpì la flotta veneta e si propagò rovinosamente
per tutta la città assediata.
Considerazioni generali slù1'impiego delle flotte italiane nel corso della
l>rima guerra di indipendenza
Non è nostra intenzione rievocare dettagliatamente in questa sede il mode-
sto svolgimento navale clelia sfortunata prima guerra cii indipendenza, al di là
degli accenni operativi da noi già effettuati. Intendiamo invece soffermarci,
come fonte di riflessione, sulle quattro più evidenti caratteristiche negative
manifestate nell'occasione dalle Marine preunitarie italiane e che furono,
nell'ordine, il loro lento approntamento, una certa goffaggine operativa, una
contraddittoria strategia ed una disciplina tutt'altro che soddisfacente.
Come abbiamo accennato, la prima nave dei coalizzati che comparve in
Adriatico provenendo dal Tirreno fu sorprendentemente il piroscafo Roma della
pressoché inesistente Marina pontificia, giunto acl Ancona 1'8 aprile 1848. La
seconda aliquota navale, in ordine di tempo, ad arrivare in Adriatico (il 5 mag
gio) fu quella napoletana del contrammiraglio Haffaele De Cosa e ultima fu
quella sarda del contrammiraglio Giuseppe Albini, salpata in due scaglioni da
Genova a partire dal 26 aprile, cioè un mese e tre giorni dopo l'inizio del con-
flitto, e approdata ad Ancona soltanto il 20 maggio!
In particolare la flotta borbonica inviata in zona operativa era composta
dalle due fregate Regina e Isabella, dal brigantino Principe Carlo e dalle cinque
pirocorvette GUiscardo, C'arlo III, Roberto, Ruggiero e Sannita. Essa, sbarcati il 5
maggio nelle Marche 4000 uomini del generale Guglielmo Pepe, destinati ai
campi cii battaglia della Lombardia, raggiunse Venezia il giorno 16, liberando
per il momento la città lagunare elal blocco navale austrÌ<lCo (20).
Da parte sua, il contrammiraglio sarclo Giuseppe Albini, conosciuta il 20
maggio ad Ancona la destinazione del collega De Cosa, lasciò a rifornirsi nel
porto marchigiano gli unici suoi due vapori (le piro corvette Tripoli e Malfatano)