Page 41 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LE MARINE MILITARI PRE-UNITARIE 31
Durante l'altrettanto sfortunata seconda fase della guerra, conclusasi nel
marzo 1849 con la sconfitta di Novara e con il susseguente e definitivo armisti-
zio di Vignale, la flotta sarda, priva di ordini precisi, rimase ancorata ad Ancona,
allora facente parte dell'effimera Repubblica romana.
Allo scopo di recuperare, secondo le clausole armistiziali, i sudditi civili e mili-
tari piemontesi approdati originariamente a Venezia, le navi dell'ammiraglio Albini
lasciarono Ancona il 7 aprile 1849 tra lazzi, fischi e grida di "traditori", cioè in un
clima di risentimento simile a quello già visto proprio nella città lagunare il 13 giu-
gno dell'anno precedente quando la squadra napoletana del De Cosa era stata
costretta a ritirarsi dal conflitto, in seguito alla defezione dello Stato borbonico (25).
Anche nel corso di questa missione di carattere civile si ripeterono a bordo
delle navi sarde gli atti di insubordinazione, che culminarono in veri e propri
ammutinamenti sulle fregate Des Geneys ed Euridice e sulla pirocorvetta Maifatano.
La prima guerra di indipendenza italiana si chiudeva pertanto non solo con
una sconfitta militare terrestre, ma anche con l'amarezza determinata dalle sud-
dette deficienze navali, nonché dalla scarsa fermezza dei vari governi. Nulla
quindi ci sembra più appropriato del seguente commento rilasciato dall'illustre
storico navale Augusto Vittorio Vecchj, meglio conosci.uto al grande pubblico
come Jack La Bolina (26).
"È questa la fine ultima dei drammi nazionali leì dove deboli governanti
oscillano, a guisa di pendolo, tra i due estremi della sete inesauribile di popola-
rità e della dura necessità del comando cui sono inunaturi. La storia delle vItto-
rie ha la trama composta di ordini chiari, quella dei disastri d'ordini confusi,
variabili e contraddittori. E la vittima deslgnclfa al sacrificio è sempre un onesto
capitano che nelle maglie sottili e disoneste, da altri tesegll, si smarrisce ... Sta che
la campagna 1'Jwrtttima deglt italiani contro l'Austria mostrò che nei prtmiface-
va assoluto difetto la conoscenza del valore relativo del nCl1Jiglto a vela e di quel-
lo a vapore. Èfuor di questione che i singoli comandanti sapessero manovrare le
navi, mCI che COSCI la guerra fosse ignoravaNo".
NOTE
(1) Per i particolari cfr. A. Santoni, Da Lepanto ad HalllptOIl Roads: storia e politica
navale dell'età moderna (secoli XVI-XIX), Milano, Mursia, 1990, p. 176-178, 228, 259 e 269.
(2) F. Bargoni, Esploratori, fregate ed avvisi italiani, Roma, Ufficio Storico della Marina
Militare, 1974, p. 12-13. All'inizio della prima guerra di indipendenza la Marina napoletana
allineava ben 22 navi a vapore.
(3) Cfr. W. Ghetti, "Raffaele De Cosa e la Marina Napoletana", in Rivista Marittima,
luglio-agosto 1967, p. 93-95.
(4) Per conoscere altri particolari sulla formazione dei contemporanei allievi ufficiali cfr.
Demi - A. Santoni, L'Accademia Navale di Livorno: storia e attualità, Pisa, Primula
Multimedia, 1997, p. 14-15.