Page 42 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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                  (5) G.  Gonni,  Cavour Ministro della Mariua,  Dologna, Zanichelli,  1926, p.  15, 35-36 e 55.
                  (6) Cfr.  A.  Manno,  "La  Marina  sabauda  dal  Conte  Rosso  a  Carlo  Alberto",  in  Rivista
             Marittima,  luglio  1966.
                  (7) Le  sei  navi a  vapore sarde erano le  pirocolvette da 4 cannoni  TI'ipoli e  Malfatano,
             gli avvisi  da 4 cannoni Goito e Monzambano e gli avvisi da 2 cannoni  Glllnara e  lcb 11 usa.  La
             Marina  napoletana  invece  possedeva  le  ollo  pil'Ocorvette  da  6  cannoni  Roberto,  Ruggiero,
             Tal/credi,  Glliscardo,  Ercole,  Arcbimede,  Carlo III e  Sannita, le due pirocolvette da 4 cannoni
             Ferdinando II e  Nettuno,  i tre  avvisi  da  6 cannoni  Stromboli,  Mise/IO  e  Pali1luro,  i tre  avvisi
             da  2  cannoni  Maria  Teresa,  Peloro  e  Lilibeo,  i  quattro  rimorchiatori  Delfino,  Flavio  Gioia,
             \\7eneji'ede e Argollauta e  i due vapori di servizio doganale A1lfelope e  ROlldine.
                  (8) Cfr.  A.  Pezza,  "Le  Marine  Militari  italiane  nel  1848:  la  Marina  sarda",  in  Rivista
             Marittima, gennaio 1948, p. 48.
                  (9) I più  recenti studi  sull~\ Mariria  dei Cavalieri  di  Santo Stefano sono quelli di Marco
             Gemignani che, oltre a  vari saggi,  ha  pubblicato sull'argomento il  volume  Il Cavaliere Iacopo
             Illgbirami al servizio dei Granducbi di Tosca1la,  Pisa, ETS,  1996.
                 (10) Cfr.  il  Corriere Iivornese n.  21  del 4 settembre 1847.
                 (11) G.  Bonifacio,  "Le  Marine  Militari  italiane  nel  1848:  la  Marina  Militare  toscana",  in
             Rivista Marittil/la,  febbraio 1948, p.  226-229.
                 (12) Cfr.  il  già citato libro di F.  Demi - A.  Santoni, L'Accademia Navale di Livorno: storia
             e attualità, cit., p.  18.
                 (13) R  Lefevre  "Le  Marine  Militari  italiane  del  1848:  La  Marina  Militare  pontificia",  in
             Rivista Marittima, marzo 1848,  p.  452.
                 (14) Per le caratteristiche principali del  Roma cfr.  P. Fortini, "Leggende e  realtà nella vita
             marinara di Antonio Elia",  in  Rivista di cultura marillara, novembre-dicembre  1946, p.  19-20.
                 (15) R  Lefevre,  "Le  Marine  Militari  italiane  nel  1848:  la  Marina  Militare  pontificia",  cit.,
             pp. 460 nota e 465-466.
                 (16) M.L.  Salvatori,  Storia dell'età cOllfempOra1lea, Torino, Loescher, 1977,  p.  197-198.
                 (17) La  fregata  Minerva,  c~ltturata sullo scalo, fu  varata con il  nome Italia a  metà giugno
             1849,  cioè due  mesi  prima  della  capitolazione della Repubblica  veneta,  per essere poi  ribat-
             tezzat~\ Novara dagli austriaci vittoriosi.  Da parte loro le corvette  Caroli11a,  Clemenza e  Lipsia
             ebbero rispettivamente dai patrioti  i nuovi nomi di  Lombardia,  Civica e  h/dipendenza,  i due
             brigantini  Tritone e  Ussaro furono chiamati  San Marco e  Crociato,  l'ancora  incompleto Pilade
             venne approntato con lo stesso  nome e  infine  il  v~lpore Maria An11a  fu  dotato di  due grossi
             cannoni e ribattezzato Pio IX.
                 (18)  A.V.  Vecchj  (alias Jack  La  Bolina),  Storia generale della Marilla Militare,  Livorno,
             Raffaello Giusti,  1895, voI.  III,  p.  142.
                 (19) A.  Pezza,  "Le  Marine  Militari  italiane  nel  1848:  La  Marina  veneta",  in  Rivista
             Marittima, giugno 1948, p. 480.
                 (20) W.  Ghetti,  "Raffaele  De  Cosa  e  la  Marina  napoletana",  in  Rivista Marittima cit.,  p.
             101.  Disogna  necessariamente  ~\ggiungere che,  mentre  gli  ordini  impartiti  a  De  Cosa  dal
             governo borbonico predicavano audacia, quelli provenienti dal  re Ferdinando II  "consigliava-
             no" la  massima prudenza, anche con toni ironici propriamente partenopei.
                 (21) Cfr.  Re.  Anderson,  Navalwars in tbe Levcmt,  1559-1853,  Liverpool,  University
             Press,  1952,  p.  570.  Si  ricorda  che  gli  obici  inventati  negli  Anni  Venti  dal  francese  Paixhans
             sparavano letali  granate  esplosive,  molto  più  affidabili  delle  vecchie  bombe  a  miccia,  come
             era stato dilnostrato dagli  stessi  francesi  contro il  fOlte  messicano di  San Juan d'Ulloa a  Vera
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