Page 38 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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                 Concludiamo questa rievocazione riguardante lo schieramento delle Marine
             preunitarie italiane  nella  prima guerra di  indipendenza prenclendo in  considera-
             zione l'improvvisata flotta  della Repubblica veneta.
                 Come  è  noto,  il  17  marzo  1848,  sull'onda  delle  notizie  provenienti  da
             Vienna  che annunciavano la  vittoria dei locali moti liberali,  anche i patrioti della
             città  lagunare  insorsero,  impadronendosi  dell'Arsenale,  costringendo alla  ritirata
             il  presidio  austriaco  e  costituendo  entro  cinque  giorni  il  governo  provvisorio
             della Repubblica veneta con a capo Daniele Manin (6).
                 Il  bottino  acquisito  dai  patrioti nel  locale Arsenale  fu  piuttosto  cospicuo.  A
             parte infatti numerose armi da fuoco,  furono colà catturate una fregata  in costru-
             zione  (la  iVIinerua),  quattro  corvette  (Carolina,  Clemenza,  Veloce  e  Lipsfa),  tre
             brigantini CPi/ade,  Tritone e  Ussaro),  il  piroscafo Maria Anna,  tre  golette  e  ben
             93  legni  minori  d'impiego  costiero.  Quasi  tutte le  principali unità,  allora  provvi-
             soriamente  in  clisarmo,  furono  attivate  e  formarono  la  Marina veneta,  che  ebbe
             il  contrammiraglio  Leone  Graziani  al  suo vertice  amministrativo  e  il  contrammi-
             raglio Giorgio Bua al  comando operativo (17).
                 La  Marina  veneta  aveva  anche  la  speranza  cii  incorporare  le  altre  navi
             austriache di  Pola,  che avevano  inizialmente a  bordo equipaggi  in  maggioranza
             irredenti,  ma  il governo della  Eepubblica commise al  proposito una deprecabile
             ingenuità.  Infatti  esso  concesse  al  governatore  civile  austriaco,  conte  Palffy,  di
             essere  rimpatriato  a  Trieste  a  bordo  di  un  piroscafo  del  Lloyd,  a  patto  però  di
             sostare  Cl  Pola  dove  avrebbe  dovuto  ordinare  Cs/c)  alla  locale  squadra  ;1avale
             asburgica  di  trasferirsi  a  Venezia.  Naturalmente,  appena  in  alto  mare,  il  conte
             palffy  - lasciato  infantilmente  libero  di  agire  -  accantonò  la  sua  promessa  ed
             ordinò  al  comandante  del  piroscafo  di  dirigere  direttamente  su  Trieste,  senza
             transitare per Pola (8).
                 La  Marina  austriaca  rimase  così  in  grado di  contendere  alle  varie  flotte  ita-
             liane  il  potere marittimo  nell'Adriatico,  mantenendo  le seguenti navi,  per lo  più
             di  base  a Pola:  fregate Bellol/o,  Guen'iera e  Venere,  corvetta  Adria,  pirocorvetta
             Vulcano,  brigantini  Montecucco!i,  Oreste  e  Pala,  golette  Elisabetta  e  SfiJlge  e
             una  trentina  di  unità  minori,  cui  si  aggiunsero  poi i quattro  piroscafi  requisiti  e
             militarizzati  Curlatone,  Custoza,  Maria Dorotea e  Trieste.  All'inizio  della  guerra
             erano  però  pronte a  scendere  immediatamente  in  mare  solo due  fregate  e  due
             brigantini,  posti  al  comando  ciel  capitano  di  fregata  Ludwig  Kudrian~'3ki,  richia-
             mato  frettolosamente  dal  congedo,  ma  poi  sostituito  dal  contrammiraglio  Hans
             Dahlerup, d'origine danese e noto esperto di artiglieria.
                 Purtroppo,  nonostante le  iniziali  difficoltà  navali  austriache,  l'attività  opera-
             tiva  clella flotta  veneta fu  caratterizzata da un'eccessiva prudenza, da alcuni defi-
             nita  vera  e  propria  inazione,  se si  eccetLua  la  sua  partecipazione  all'infruttuoso
             bombardamento del  forte  di  Caorle  del  12  giugno  1848,  nel  quale peraltro  essa
             perse  la  cannoniera  Furiosa.  Questo  complesso  di  fattori  costò  il  comando  al
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