Page 37 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LE  MARINE  MILITARI  PRE-UNITARIE                                      27

          nel  1844  in  Inghilterra  e  trasferiti  faticosamente  attraverso  i  canali  navigabili
         francesi,  il  più famoso  è rimasto  il  Roma  (vero nome La Città di Roma),  che agli
         ordine  del  tenente  colonnello  Alessandro  Ci al di  partecipò  alla  prima  guerra  di
          indipendenza  (14).
              In  particolare  il  Roma  lasciò  il  Tevere  il  28  marzo  1848  e  fece  sosta  a
          Civitavecchia  per  caricare  tremila  moderni  fucili  francesi  a  capsula,  che  poi
          sbarcò felicemente ad Ancona 1'8 aprile, figurando così come la prima nave italia-
          na a giungere in zona d'operazione provenendo dal Tirreno.  Il  suddetto materia-
          le bellico fu  tra l'altro molto utile ai  contingenti del generale Durando e  ai volon-
          tari  del  generale  Ferrari,  che  erano  per lo  più  armati  ancora  con vecchi  fucili  a
          pietra focaia  e che continuarono in  gran parte a combattere anche dopo la famo-
         sa "allocuzione" papale ciel  29 aprile, preannunciante il  ritiro dalla guerra.
              Compiuta questa missione eccezionale per un piccolo rimorchiatore fluviale,
          il  Roma  non  rientrò  alle  foci  del  Tevere,  come  originariamente  previsto,  ma
         venne trattenuto in Adriatico ed utilizzato  in  compiti di  trasporto,  di  collegamen-
          to  e  di  vigilanza  sia  lungo  le  coste  venete,  sia  lungo  il  basso  corso  del  Po.  In
          questo servizio  il  Roma venne affiancato dai  due guardacoste Annibale e  Cesare
          e  dai  cinque "scorridori"  S.  ClementlJ/a,  S.  Fel'mina,  S.  Lorenza,  S.  Pelagia e S.
          Rosa  cii  stanza  in  Adriatico al  comando del  sotto tenente Vincenzo Alessandrini
          clelia  Guardia di Finanza.
              Dopo il ritiro  di Pio IX clalla guerra,  il  Roma non rientrò nello Stato pontifi-
          cio  perché  contemporaneamente sottoposto  a  lavori  di  revisione  e  di  potenzia-
          mento  nell'arsenale  della  proclamata  Repubblica  veneta  di  Daniele Manin.  Qui
          nel  maggio  il  vaporetto venne anche  armato  con un  obice da  127 mm  (24  lib-
          bre) ciel  tipo  Pabchans  a  prora,  con due cannoni minori sui  due  lati  e  con  altri
          due pezzi, una spingarda e due lanciarazzi Con greve a poppa.
              È degno  cii  nota  il  t~ltto  che questi  lavori,  del  costo  complessivo  di  44.108
          lire  del  periodo, furono  effettuati gratuitamente dall'arsenale di  Venezia,  alle cui
          maestranze però giunse un compenso volontario da  parte ciel  generale Durando
          ed  uno  speciale  elogio  pubblicato  sulla  "Gazzetta  Ufficiale"  del  governo  di
          Roma  ciel  19  giugno  1848.  È  anche  vero  però  che,  nei  mesi  successivi  al  ritiro
          dello  Stato  pontificio  dal  conl1illo,  la  Repubblica  di  Daniele  Manin  ritenne  di
          dover rinfacciare  i lavori apportati dall'arsenale di  Venezia  al  Roma,  finendo per
          richiedere ufficialmente il rimborso delle spese il 6 novembre  1848 (5).
              Ritornato  in  zona  d'operazioni  per  sostenere  l'Esercito  del  generale
          Durando  in  difficoltà,  il  Roma disimpegnò  la  sua  maggiore  azione  a  fuoco  ai
          primi di  giugno,  prendendo parte al  bombardamento dei l'orti  cii  S.  Margherita  e
          cii  Caorle.  Quindi,  subito  dopo  la  nota  fuga  da  Roma  di  Pio  IX,  avvenuta  il  24
          novembre  1848,  il  governo  veneto  incorporò  tale  vapore  nella  propria  Marina,
          non  senza  suscitare  una  vibrata,  ma  inutile  protesta  da  parte  del  Commissario
          pontificio presso la  Repubblica.
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