Page 45 - Adriatico 1848. Ricerca e significato della contrapposizione marittima - Atti 25 settembre 1998
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LA MARINA VENETA NEL 1848-49
ALVISE ZORZI
L'Arsenale è stato il teatro del primo e cruciale episodio della rivoluzione
veneziana del 22 marzo 1848: la Marina si trova dunque subito al centro degli
eventi di quella giornata convulsa culminata nella cacciata delle autorità austria-
che e nella proclamazione della Repubblica Veneta di Daniele Manin. Piazzaforte
marittima e grande stabilimento industriale, l'antico complesso, ingrandito note-
volmente in epoca austriaca con l'incorporazione di aree di conventi e cii edifi-
ci sacri spogliati o demoliti in seguito alle massicce e vandaliche soppressioni
napoleoniche, ospitava gli uffici del comandante superiore dell'i, e r. Marina au-
striaca; carica ricoperla, allora, dal tenente maresciallo Anton Stephan Ritter von
Martini, un alto ufficiale ungherese di remota origine italiana che, avendo svol-
to tutta la propria carriera nell'Esercito, era rimasto alquanto sorpreso dalla no-
mina perché "non conosceva affatto il servizio navale" (1). Con i suoi ottocento
operai, più trecento forzati rinchiusi nel bagno penale di Santa Maria delle Vergini,
l'arsenale, massimo se non addirittura unico stabilimento di costruzioni navali
della monarchia asburgica, era considerato dalle autorità militari austriache, nel
montare delle agitazioni dal 1847 in avanti, non come una forza disponibile, ma
come un pericolo incombente, come una vera polveriera capace di esplodere eia
un momento all'altro. E non diversamente lo vedeva la cittadinanza, ossessiona-
ta dalla minaccia, vera o presunta, del sovvertimento sociale del quale le masse
operaie avrebbero potuto essere le antesignane.
Ed ecco che, la mattina del 22 marzo, l'arsenale esplode: un gruppo di ope-
rai aggredisce e assassina brutalmente il direttore dello stabilimento, capitano di
vascello Giovanni von Marinovich: un "dirigente spietato" secondo qualcuno (2),
in realtà un dirigente severo e punto elastico, che si era fatto odiare dagli arse-
nalotti perché aveva vietato loro il doppio impiego, in arsenale e negli "squeri"
privati come erano soliti fare per arrotondare la paga ritenuta insufficiente (3). La
notizia fa temere l'insurrezione operaia, l'anarchia, e ancora di più, la repressio-
ne austriaca: è ciò che f~t precipitare Daniele Manin all'arsenale, dove, giunto al-
la testa di una piccola comitiva, comprende a volo le possibilità offerte dalle
circostanze e prende subito il controllo della situazione, facendosi ubbidire da-
gli operai e facendosi consegnare da Martini, paralizzato dalla paura di fare la
fine di Marinovich, le chiavi dell'armeria. Le truppe austriache del reggimento
Wimpffen e della fanteria di marina inviate d'urgenza all'arsenale sono di etnia
italiana e si rifiutano di ubbidire agli ufficiali che ordinano loro di. far fuoco.