Page 48 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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crisi  del  Congo  assai  vicino ml un  impegno  di petKe enforcemelll (proprio
         l'auivismo nella  crisi congolese  dci segretario generale  Hammarskiold gli auirò
         l'ostilit:l  del  leader sovietico  Kruscev).  Sembr:1 che  dalla  fine  della  seconda
         guerra mondi:!  le all'inizio del 1997 si:mo stati registrati ben 376 confliu~m. Secondo
         :1 ltri c:tlcoll più  restriuiv1 {vi è  ad esempio un criterio che considera  solo quell1
         che provocano almeno mille morti) dal  1951  :11  1985  vi è  stato un tot:lle di  174
         conflitti. con una durata media di cinque anni ed un:t percentu:de mollo piì1 :dt:1,
         rispeuo al pal>!>:llo,  di guerre civili. (sia  pure in certi casi con una partecipazione
         strunier-.e).  rispeuo ;li conOiui  tra statir2Hl.
             Lo  ~contro bipolare  co~trinsc, In molli  casi,  I'Occitlt:nte  a subordinare  i
         valori  della  propria  rr:1dizione  liberale  alla  nccessiù  di  evirare  una  esca/atio11
         verso  uno  scomro globale  ed  alle  esigenze  della  sicurezza.  Obbli~ò quindi
         l'Occidente da  un  lato :1  rest:tre  inerte di fronte ad  aggressioni clamorose come
         quelle perpetrate d:dl'URSS a  Budapest nel  1956 ed" l'r.tga  nel  1968.  dall'altro
         :1  toller.tre  violazioni ddl:t t.lt'mocrazia  in  r:tesi schierati  nel  proprio  campo.  In
         Americ:t I..:uina Il pamdiwnu dellu rolitlc:t t>stera  american:t po1rebhe essere si ntc-
         til.~llo in questo modo:  l'optfmmu er:1  avere governi <tmicì, democratici, etl :uni-
         comunisti, ma  se  per hlocc~rc infihrazioni cmnunl~te occom:va :tddome:,ticare o
         sospendere  le  regole  dcmoc1~1tiche la  rctlfpolltik prevalev:1  stt):lli  idc:di.  rcrché
         una diuutura di destr;t  non rnpprcsemava  uno  minaccia  SLrategic;~ e  venlv:J  visw
         come  un  ratto  temporaneo {come  in  Argentina  cd  in  Cile).  :1  differt!nZa  di  un
         reRime comunista  (vedi  Cuba).  W:tshington  d<JVene ;mn:lCQtJare  il suo anticolo·
         nialismo c  poi privilegi:tre, rbpctto :tlla dcmocr.tzia. la stabilità, che.  ~pc~o. nd
         terzo mondo.  roteva  essere  gar:lntita,  insieme :td  una  certa  moderniz.znione,
         solo da élites militari educate in Occic.lente. Quando cercò di pmmu(were la demo-
         cr:llizzazione,  non  comprendendo che  non  bastano  le istiwzioni democr:Hichc
         per  produrre democrnia  in culture  che,  qu:tlunque siano  i  loro  meriti.  non
         hanno una società c1vile di modello occidcnmlc, provocò la caduta di alleali ridati,
         come  lo shah  dell'Iran  o  il  presidente del  Viet~tm del sud  Ngo Dinh  Diem.  e
         aprì le porte a regimi ostili ed ,tncor.t  più autoritari.  Stali  Uniti ed URSS soMen-
         ncro con anni,  :tiuti l.'d  assistenza  tt>Cnict  governi del  terz.o  mondo rer .1~sicu·
         rarscne  la  fedeltà  anche  se  i  loro  sistemi  politici  erano  lontani  dal modello
         rbpcttiv:uncntc  liberalc.lemocratico  o  comunisw.  Molti  leader del  terzo  mondo
         rccero le loro scelte di c-Jmro pit1  per !meres~e che  per prercrenz:t ideoloAica  e
         in  alcuni  casi  le rib:lltarono secondo la  loro convenienza.  Ad  esempio quando
         l'Etiopia del  Negus er:1 scltierora  con  I'Occidcmc,  1:1  Somalia  di  Siad  Barre  era
         fìlosovietica; rovescialo 1-l:tilé Scbssié ed nndalo al poler.t: :;d Addis t\beba Menghistu.
         amico di Mosc:1,  illc:tdcr somalo passò all'Occidente.
             Come si è già rih:v:Ho. l governi tttlli7.Z:tno i principi in r.tglone del loro Inte-
         ressi. Perciò duranre In guerra rredd<t  ·i grandi temi dei dirilll um~tni c.  del Nuovo
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