Page 43 - Missioni Militari Italiane all’estero in tempo di pace (1946-1989) - Atti 27-28 novembre 2001
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            D'altro  canto  Rooseveh  comprese perfenamente  la  necessiti•  di  conciliare
        uno  schema  di sicmezz.a  collenivo con  il concerto delle  Grandi  Potenze,  delle
        qu:ali occorreva riconoscere fonnalmente la preminenza, concedendo loro il cosid-
        detto "diriuo di ve10". Senza di esso. I'ONU non s:~rebbe probabilmente nemmeno
        sortn. n Premier brlt:mnico Churchill ed il leader sovietico Stalin consideravano
        assolutamente prioril:~ria la  definizione degli equilibri postbellici. :auraverso una
        chiara  definizione  delle  rispenive  zone dj innuenza.  11  dittatore  georgiano er:J
        consapevole che,  in quc.l  momento. in una organizzazione internazionale I'UHSS
        si  sarebbe trovata in rninor-.:anza  rispeno :u.l  una maggiontnz:. di  st:Jti  non comu-
        nisti o ~dòirittura legaLi strenamente a Washing10n. Perciò, nel senembre-ouohre
        1944  :Ula  conferenza  di  Dumbarton  Oaks,  Mosca  aveva  chiesro  che :ad  ogni
        repubblica deii'L"RSS venisse riconosciuto un seAAio ed l iO voto nel ili fulllr-J Assem-
        blea  geneF.tle  deii'ONU.  Il compromesso raggiunto a jalta  concedette  a  Mosca
        tre  seggi  e  tre  V<>tì,  per  I'UI~SS stessa,  per I'Ucrain:t  c  per  la  Hieloru~sia ;  ma
        sopr:Htuno I'URSS ottenne un seggio permanente ed il "dirino di vero" nel Consi-
        glio di Sicurezza,  vero organo dirigeme deii'ONU.  In  realtà.  il "diritto di veto"
        era in fondo desidemto anche dalla Gran  llreragna. per difendere i propri inte-
        ressi imperiali, e d:tgli stessi Stati Uniti. preoccupali che I'ONU p<)tesse <>bbligarll
        ad  interventi militari da essi  non condivisi o  intervenisse contro !:1  loro volontà
        nd continente americano, riservato alle cure di Washington, secondo la  dottrina
        Monroe ed il  •corollario Rooseveh" (Teodo ro.  n:umalmenre in q\testo caso).
            L'ONU poreva  quindi nascere e fun-zionare solo sul  presupposro dell3 conti-
        nuazione dell'inres:t  fra  i tre Gr-.mdi. Questa resurrezione: in forme nuove dd diret-
        torio delle grandi potenze er-.1 un compromesso che non contr.JS~ava necessariamente
        con l'unlversalismo di swmpo wilsoniano: Roosevelr era  più un wilsoniano realisw
        che un ·wilsoniHno rinnegato". come quaJcuno l'ha bollato. Pur con le concessioni
        fatte  agli  equilibri  di potenz.a.  il disegno universalistico di un mondo unico  (one
        u-'Orld) poteva  e.~sere salV'.JtO.  Da  un  punto  di vista  idealistico, vincolando i  tre
        Grandi a rispeuare  un codice dì regole e dj valori. dalla Dichiar:tz.ione sull'Europa
        liberata approva1~1  :1 Jah3, alla Cllrta deii'ONU. alla futurn Dichiamzione sui diritti
        ddl'uomo,  espressione  di  una  "diplomazia  dec.laratoria"  che  I'URSS  sonoscrisse
        senza  eccessivi  problemi e  dando a  parOle  come  democmzia,  libenà, progrtsso,
        dialogo. signilìcati profondamente diver.;i da quelli dell'Occidente. Nell'onica della
        realpolitik,  Roo.o;evelt  contava  sulla posizjone di induhbia  preminen7.a  degli St:lli
        Uniti, non solo economica ma anche militare, grazie al monopolio dell':1rma aJOmica.
        La  Gran Bretagna er:t un junior parmerdi \V:tShington, Franci:l e Cina (non ancor-.:t
        comunista) erano gmndi potenze solo per convenzione, la stess:J  URSS aveva  vimo
        la  guerra gr:1zie alle armi ed agli aiuti della  ~lr!gge affini e  prestiti" e  in un 0/X!TI
        world il sistema democratico e c-Jpitalisw americ-.mo non avrebbe wrdaro :1 mani-
        festare la sua superiorità e ad esercitare la sua capacirà di atrrazione.
            Alla conferenza isrirutiva dcii'ONU, svolm~>i a San  Francisco dal 25 aprile al
        25  giugno 1945. vennero tm l'altro pre.se due importanti decisioni. Gli anicoli dal
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