Page 60 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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44 MASSIMO GANCI
Ancora un'ultima citazione per segnalare il concetto di "mob", ovvero di
lUl1penfJroletariat, la folla cittadina operativa soprattutto in città e molto meno
nelle campagne, ove ebbe grande influsso la figura carismatica di Nicola Barbato.
Sul /unpenproletariat vedi l'affascinante approfondimento dello storico inglese E.
J. Hobsbawm, Primitive Rebel, Studies il1 Archaic Forms or Sodal movement in
the 19th and 20th Centuries, Manchester, 1958, trad. it. I Ribelli, Forme primitive
di rivolta sociale, Torino, 1966.
Infi ne ancora un cenno sulle squadre cittadine e contadine e, soprattutto, sui
capi che le guidarono.
"Quale l'origine sociale di questi capi delle squadre? Poco sappiamo di
loro, anche se ne abbiamo qualche notizia: erano tutti del basso popolo, ope-
rai, artigiani, contadini. Ognuno di essi aveva un enorme ascendente sui propri
uomini che dirigeva con organizzazione sociale: erano capi di gruppi economi-
ci, corporativi, rionali, regionali, talvolta con legami camorristici [per la Sicilia
è più esatto mafiosi], capi cioè di gruppi subalterni e localizzati a interessi cor-
porativi e rionali". (Renzo Del Curia, Proletari senza rivoluzione. Storia delle
classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, Edizioni Oriente, Milano, 1966).
Quali i limiti dell'evento e della guida di esso? Un solo commento:
Ali 'alba del 18 settembre Palermo è praticamente in mano ai ribelli, ma
improvvisamente i capi delle squadre "si sentono impari al compito". Nella notte
tra il 18 e il 19 il proletariato abbandona la posizione egemone che aveva avuto
sino a quel momento nella rivolta e aggrega al "Comitato" una serie di rappre-
sentanti della nobiltà e della borghesia".
Insieme il coraggio, ma anche la scarsa capacità non solo strategica e tattica.
Per chiudere, alcune delle numerose voci popolari.
"Sentu frescura d'aria
lu cielu è picurinu
nca cc'è spiranza, populi
la burrasca è vicinu!
E tuttu n'tornu li strati vugghìanu
di chi sta genti mata e marranchina
e - viva la Repubblica - dicìanu
pri fari a li palazzi cchill rapina
Supra di li Batii si mittìanu
sparannu sempri a la diavulina;
a li boni cittadini l'attirrìanu
sti squatri eranu cchiui di la rina".