Page 63 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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L'ESERCITO  E  IL  BRIGANTAGGIO




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             Questa  relazione  è  il  frutto  del  riordinamento,  recentemente  effettuato  da
         chi scrive,  del fondo  "Brigantaggio" dell'Archivio  dell'Ufficio Storico dello Stato
         Maggiore  Esercito.  Si  tratta  di  144  buste  (o  volumi),  con  una  media  di  circa
         1.000 documenti l'una, relative al periodo 1861-1870.
             Anche  se  vi  si  riscontrano  alcune  carte  relative  alla  fine  del  1860  (ed  altre
         dello stesso  periodo sono conservate  nel  fondo  relativo  alla  campagna dell'Italia
         Meridionale)  il  grosso della  documentazione parte dalla  seconda metà del  1861.
         Una  "guida"  del  fondo  è  attualmente  (2002)  in  corso  di  stampa,  a  cura,  ovvia-
         mente,  dell'Ufficio  Storico  dello  Stato  Maggiore  Esercito,  ed  integrerà  degna-
         mente  i  volumi  sulla  documentazione  del  Brigantaggio,  conservati  negli  Archivi
         di Stato, già editi dal Ministero dei  Beni Culturali.
             Al  di  fuori  delle  operazioni  belliche  strettamente  dette,  il  Brigantaggio  ha
         rappresentato per l'Esercito l'impegno forse  più  gravoso della  sua storia,  sia  per
         la sua durata - quasi  dieci anni - anche se vissuti con diversa intensità, sia  per gli
         uomini coinvolti,  con  punte di  oltre  100.000, anche se  in  buona  parte addetti  a
         compiti presidiari e logistici.
             Occorre  anzitutto  dire  che  l'Esercito  si  trovò  ad  affrontare  questa  prova
         totalmente  impreparato,  cosÌ  come  le  autorità  politiche,  anche  se  queste  ultime
         avrebbero  dovuto  tener  presenti  le  vicende  del  Regno  delle  Due  Sicilie  nei  ses-
         sant'anni  precedenti,  con  le  insorgenze,  guerriglie  e  disordini  che  avevano  pun-
         tualmente  accompagnato  le  quattro  cadute  - o  meglio  le  due  cadute  ed  i  due
         vacillamenti - della dinastia borbonica:  nel  1799, nel  1806-1811, nel  1820 e nel
         1848, prodromi ogni volta di un suo ritorno sul  trono.
             l?intervento  dell'Esercito  ebbe,  ovviamente,  un  carattere  repressivo:  ad  una
         situazione di aperta rivolta di vaste zone del Sud continentale si  rispose con la  forza
         e  non  potevano  essere  certo  i  militari  a  fronteggiare  il  fenomeno,  oltre  che  sul
         piano della forza,  su  quello delle  necessarie riforme di  carattere sociale ed ammini-
         strativo, anche se questa necessità era avvertita tra gli ufficiali più illuminati  (I).



             (1)  Tra questi possiamo citare il generale Giuseppe Govone che cosÌ scriveva il  2 dicembre
         1861  al  generale  La  Marmora  (busta  6,  p.  llDO):  "lo  denunzio  a  V.E.  questi  scandali,  aggiun-
         gendo che ho avuto luogo di  convincermi che l'autorità Civile di questi paesi è impotente a fre-
         narli, senza l'intervento diretto del  Ministero cii  Torino.  Vi  sono  negli  uffici  dei  Prefetti  impie-
         gati che sopiscono queste pratiche, informano i compromessi per denaro. Mentre la destituzione
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