Page 68 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1861-1914) - Atti 24-25 settembre 2002
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O chiusura di finestre prestabilite) segnalandone, se possibile, anche la direzione
una volta che la truppa era uscita dal paese. Per contrastare efficacemente questo
sistema di allarme si proibì talvolta il suono delle campane (così come si proibì lo
sparo dei mortaretti che, oltre a poter servire da segnale, potevano anche far cre-
dere ad uno scontro suscitando l'allarme nei distaccamenti vicini) e si giunse in
taluni casi a disporre che i movimenti fossero intrapresi di notte, che inizialmente
le truppe prendessero una diversa direzione e che alle guide venisse comunicato
l'obiettivo finale soltanto durante la marcia (4). Le condizioni di inferiorità della
truppa si mantenevano, anche durante la marcia, per quanto riguardava la cono-
scenza dell'avversario. Contadini, pastori e boscaioli avvisavano le bande del suo
arrivo - anche se a volte il fischio o l'urlo di avvertimento poteva costare qualche
anno di permanenza nelle patrie galere - inoltre gli stessi individui, interrogati dai
soldati, fornivano informazioni false o negavano di aver notizie dei briganti. Che
questo comportamento fosse dettato poi da un convincimento o dalla paura face-
va poca differenza, ai fini dei risultati. Al rischio della galera si contrapponeva
quello, altrettanto se non più reale, della morte inflitta per vendetta dai briganti.
Sul terreno, quindi, la lotta non poteva sempre dirsi ad armi pari e per com-
battere il brigantaggio occorreva prendere provvedimenti che ne tagliassero le
radici e la linfa vitale.
Quindi tutto il fondo è ricco di documentazione relativa ai divieti emanati da
autorità civili e militari in relazione ai movimenti nelle campagne. In alcuni casi si
giungeva a proibire il pascolo in zone di montagna o lontane dall'abitato, facendo
concentrare tutto il bestiame presso i paesi, così da cercare di impedire i contatti
con i briganti e l'utilizzo del bestiame come cibo da parte di costoro. Questo era un
provvedimento che per motivi pratici - l'insufficienza dei pascoli vicino agli abitati
- aveva in genere una durata limitata. Sempre per motivi pratici aveva durata limi-
tata anche il divieto di andare a far legna o carbone nei boschi (5) e non a caso car-
bonai, taglialegna, pastori e mandriani erano tra le categorie più sospette.
Di assai più lunga durata erano le prescrizioni relative all'obbligo, per chi si
recava in campagna, di esser provvisto di un'apposita autorizzazione, rilasciata
dalle autorità comunali, o il divieto di pernottare in campagna o la proibizione a
chi si recava a lavorare nei campi e nei boschi di portare con sé viveri eccedenti
al fabbisogno quotidiano (6), e la lunga lista di arresti e di condanne per aver
infranto quest'ultimo divieto ne dimostra l'indubbia necessità. Sempre allo scopo
(4) Busta 86, fascicolo 19, carta 5.
(5) Ad esempio busta 8, p. 2073/74.
(6) Tra l'altro, busta 11, p. 1651-1654; busta 78, fascicolo 3, carta 10; busta 85, fasci-
colo 5, carte 108/09; busta 122, fascicolo 3, carta 13.