Page 223 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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UNA  AERONAUI'ICA  NUOVA:  il.  RAPPORTO  CON  iJ\  NAZiONE  NELLA  RiCOSTRUZiONE  DELLA  FORZA  ARMATA  _

            A circa mezzo secolo di distanza, la parte meno riuscita della ricostruzione del-
        l'Aeronautica è probabilmente quella storiografica, che illustra bene il  pericolo di
        appiattimento intrinseco alle "memorie condivise" che, per essere accettabili a tut-
        ti,  non possono affrontare i temi  più  meritevoli  di  attenzione e  più suscettibili di
        poter fornire ammaestramenti per il  futuro.  In  effetti, i limiti  dell'impostazione di
        Santoro sono oggi  resi  evidenti  non tanto dalle  assai  più  dettagliate ricostruzioni
        di  questo o quel fatto d'armi che si  rinvengono negli  studi accademici o nella pub-
        blicistica commerciale quanto nella reticenza con la quale sono affrontati (e talvol-
        ta del tutto ignorati) questioni fondamentali legate alla produzione industriale, al-
        la  pianificazione,  alle  tattiche  d'impiego,  alla  difesa  aerea,  alla  ricerca,  al  morale
        del  personale ed alle  relazioni  complessive con  l'alleato tedesco.  Né mancano af-
        fermazioni  in  contrasto  tra loro,  quali  l'addestramento asseritamente  severo  e  la
        qualità mediamente bassa dei  piloti della riserva (42).
            Per fare alcuni esempi concreti, Santoro trascura del tutto la spinosa questio-
        ne dell'arretratezza tecnica dell'aviazione italiana riferita da Balbo al  rientro dal
        viaggio  in  Germania dell'agosto  1938, come  pure gli  acidi  commenti sulla  pre-
        parazione fatti  nel 1939 dal generale Pietro Pinna, suo diretto predecessore qua-
        le  sottocapo (43).  L'insufficiente  analisi  delle  complesse  tematiche  industriali  è
        ben  esemplificata  dal  breve  resoconto  della  selezione  dei  caccia  con  motore
        DB.605, nella quale il  gigante Fiat si  scontrò contro le più piccole Macchi e Reg-
        giane(44).  Secondo  la  versione  ufficiale,  l'Aeronautica avrebbe  preferito  il  pro-
        dotto  Fiat  perché  un  costruttore  in  grado  di  fornire  insieme  cellule  e  motori
        avrebbe accresciuto  il  gettito complessivo.  In  realtà, il  Fiat G.55  non fu  mai  del



            (42)  Manca uno studio complessivo sul  problema dell'addestramento al  volo in  Italia.  Per
        una introduzione  relativa  al  periodo fino  al  1945 cfr.  G.  Alegi  c  P.  Varriale, Ali sul Trasimeno,
        Montepulciano, Le  Balze,  2001.
            (43)  Diario  Pinna  18  agosto  1939, cito  in  Maria  Rosa  Cardia "Un servitore dello sta-
        to:  l'alto  commissario  Pinna  (1944-1949)",  in  G.G.  Ortu  (a  cura  di),  Elite politiche nella
        Sardegna  contemporanea,  Milano,  Franco  Angeli,  1987,  p.  127.  È possibile  che  sull'opi-
        nione di  Pinna  pesassero  ipotetici  cattivi  rapporti  con  il  superiore,  che  nel  gennaio  1939
        lo  aveva  descritto a  Mussolini come "poco lavoratore,  poco valente, spesso idee di  porta-
        ta  limitata."(Giuseppe Valle,  "Appunto per il  Duce",  )" gennaio XVI, in  NA T-586, r.  456,
        foto  029989A-029990A).
            (44)  G.  Santoro, 0l}.  cit.,  voI.  2, p.  524.  Per  una  prospettiva  più completa sulla  scelta del
        velivolo, cfr.  G.  Alegi,  "Come non si  sceglie un caccia",  Rivista Aeronautica, settembre-ottobre
        1999;  id.,  "II  C.205V  visto  da  Roma",  Aerofan,  gennaio-marzo  1998,  p.  18-26;  id. 'Reggialle
        Re.2005, Torino,  La  Bancarella Aeronautica, 2001.
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