Page 90 - Le Forze Armate e la nazione italiana (1944-1989) - Atti 27-28 ottobre 2004
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raccoglie viceversa con cocente preoccupazione la notizia riportata dai socialisti,
sebbene la stessa venga immediatamente smentita da "autorevoli fonti" di Wa-
shington e di Londra: dopo l'iniziale, acuto ottimismo inizia a farsi strada l'in-
cubo di una pace punitiva, di un diktat. Nulla vale, ad esempio, l'intervento sul-
le pagine del Corriere del giornalista americano Charles CO/'dry, dell'United
Press, riportante dichiarazioni del Dipartimento di Stato che escludono nella ma-
niera più categorica che a Potsdam sia stato deciso qualcosa sulle colonie o i con-
fini d'Italia (8). Secondo altre fonti statunitensi si dovrebbe discutere dell'intera
vicenda italiana in una conferenza ad hoc, dove ai tre "Grandi" dovrebbero af-
fiancarsi (e il dato non può che essere accolto con preoccupazione dall'opinione
pubblica italiana) Francia, Jugoslavia, Grecia, Albania ed Etiopia (9). Più ottimi-
sta è il quotidiano del Partito d'azione, / :ltalia Libera, secondo il quale la risiste-
mazione delle colonie italiane sarà un tema da affrontarsi in seguito, e comun-
que dopo l'ingresso del Paese nell'Onu (lO).
Emblematico della crescente inquietudine appare il fondo di Mario Borsa del
2 agosto, in occasione della chiusura del vertice nella città tedesca, dal titolo ine-
quivocabilc: "Se fosse vero", e concentrato sul destino delle colonie, in parti colar
modo di una Libia che ora parrebbe essere destinata dagli inglesi a soddisfare le
esigenze panarabe per controbilanciare la presenl'.a britannica nel più allettante
Medio Oriente:
"Se questa dovesse essere la sorte delle nostre colonie", commenta il giornalista
"non ci nascondiamo il senso di disappunto e di amarezza che ce ne verrebbe".
Certamente, aggiunge Borsa, in linea di principio il divenire politico del
"nuovo mondo" scaturito dall'ultimo conflitto suggerisce che il destino della
questione coloniale (come della questione degli Stretti o della ridistribuzione
delle materie prime) sarà vieppiù governato da "un principio di vera giustizia ed
un criterio di internazionalismo", e pertanto l'Italia dovrà adeguarsi in futuro a
tali novità. Ma, per ora, così non è:
"( ... ) Non ci pare giusto che noi dobbiamo essere sacrificati per non offen-
dere la sensibilità di quel 'blocco panarabo' tanto caro a chi lo ha sfruttato fino
a ieri e si propone di sfruttarlo ancor meglio in avvenire".
(8) "Nulla è stato ancora deciso per i problemi territoriali italiani", in: Corriere
d'Informazione, 24 luglio 1945, p. 1.
(9) "Un piano di Washington?", in: Ivi.
(IO) "Nulla è stato deciso circa le colonie italiane", in: L'Italia Libera, 2 agosto 1945, p. 1.

