Page 123 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
P. 123
123
Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale
2
alle porte di Roma – 1867” , ricorda infatti una Compagnia d’armati, composta per
lo più da volontari genovesi “Li comandava - precisa il Barrili - un Capitano Valle,
di Sestri Ponente, ed erano in gran parte doganieri, bella gente, e bene armata”. La
a
Compagnia dei doganieri formò, in seguito, la 4 Compagnia del Battaglione Burlan-
do, che nei giorni seguenti si coprirà di gloria, subendo, d’altro canto, anche nume-
rose perdite. In ogni caso, il numero dei finanzieri aumentò ancor di più dopo il 23
ottobre, appena si sparse la voce che Garibaldi, fuggito appunto da Caprera, si era
portato nei pressi della frontiera pontificia.
Altre numerose guardie doganali, già in servizio presso i posti di frontiera con
la Sabina, si unirono così alla colonna di Menotti Garibaldi, il quale, attraversato il
confine il 4 ottobre, era stato nominato Comandante Generale delle bande. Fra queste
vi erano quelle di Luigi Marcabruni, proveniente da Terni, del Colonnello Federi-
3
co Salomone (che qualche giorno dopo assumerà il comando del 1° battaglione ) e
molte altre meno consistenti, tra le cui fila si arruolarono un centinaio di finanzieri di
entrambi gli Stati confinanti. Tali forze presero parte ai combattimenti di Nerola e di
Montelibretti del 7 e 13 ottobre 1867, affrontando un nemico sette volte più numero-
so e ben equipaggiato, composto da reparti di Zuavi e della Gendarmeria pontificia.
Nel corso dello scontro del 13 ottobre, allorquando Menotti Garibaldi affrontò la
colonna degli Zuavi comandata dal Colonnello La Clarrette, fra i numerosi caduti
di parte garibaldina vi fu anche un brigadiere di Finanza, del quale purtroppo non
conosciamo il nome. Di tale sottufficiale vi è, però, un importante riferimento nella
pubblicazione “Il Valore Italiano”, dal quale togliamo il seguente brano: “Nel com-
battimento il Rossini, prode ufficiale dell’esercito, colpito da una palla di revolver,
trattagli a bruciapelo da un tenente degli zuavi, restava morto sul colpo; un brigadiere
delle guardie di finanza, sulla cui uniforme brillava la medaglia al valore, subiva la
stessa sorte” .
4
Dell’eroe si sa solo che era aquilano e che si era già distinto per un precedente
eroismo. Il brano prosegue:
“Nella sala dello stato maggiore a Nerola due individui si presentarono. Ambedue
venivano per rivedere il proprio fratello e per deciderlo a tornarsene addietro nel seno
della famiglia. Uno di essi era ufficiale in aspettativa, l’altro un robusto aquilano. Un
penoso imbarazzo dipingevasi sul volto di coloro a cui le domande venivano fatte,
2 A.G. Barrili, “Con Garibaldi alle porte di Roma - 1867”, F.lli Treves Editori - Milano, 1926,
pag. 246.
3 Il 2° battaglione fu affidato all’eroico calabrese Fazzari.
4 “Il Valore Italiano”, Spedizione Garibaldina dell’anno 1867, Cap. III - Combattimenti di-
versi del Corpo Garibaldino del Centro - Montelibretti, Volume III, Epoca Settima, Editrice
Industriale, Roma, 1884, pagg. 695, 696.