Page 118 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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118 CISM - ACtA del Convegno nAzIonAle dI StorIA MIlItAre - roM A 10 ottobre 2007
soldati che avevano pagato del loro sangue le colpe, e piuttosto che confessare
la propria inettitudine o accettare la solidarietà dell’infortunio comune, sparse-
ro per il paese la voce che l’esercito nostro non si era battuto.
Un solo sentimento sopravvisse nell’esercito: redimere l’umiliazione non
meritata di Custoza.
[…] L’occasione per la prova e la rivincita venne più presto che alcuno
s’aspettasse. […] Lo straniero […] ripose il piede sul suolo italiano nel cuore
stesso della patria. Chi glielo doveva, chi glielo poteva impedire per primo?
L’esercito. I volontari, la rivoluzione l’avrebbero fiancheggiato, sostenuto; ma
a lui era dovuto l’alto onore di difendere i diritti e la dignità della nazione.
[…] Che cosa accadde invece?
[…] Arrestare i garibaldini che volevano passare le frontiere; […] disar-
mare i dispersi e i fuggiaschi, fare il carabiniere dei reazionari e il guardiano
dei preti: ecco la missione a cui fu condannato l’esercito italiano dalla politica
d’un governo incancherito dalla servilità allo straniero.
[…] Se l’esercito deve essere davvero il propugnacolo della nazione e il
palladio delle sue istituzioni, bisogna che cessi d’essere strumento d’una po-
litica codarda e servile; bisogna che sia sottratto dalle mani d’un sinedrio di
generali vani, ignoranti e impotenti; bisogna che lo spirito militare […] s’iden-
tifichi con lo spirito nazionale, e che l’onore militare come l’onore civile non
facciano che una sola e medesima cosa .”
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In effetti catturare volontari sconfitti e affamati non sembrava poter rinsaldare
molto, di riflesso, il prestigio e l’autostima dell’Esercito regolare. Non poteva nean-
che far dimenticare che qualche settimana prima – a fine settembre – il Ministero del-
la Guerra aveva registrato con grande turbamento le acclamazioni di cui Garibaldi era
stato fatto oggetto da parte dei soldati della guarnigione, mentre si trovava rinchiuso
nella cittadella di Alessandria, dopo l’arresto di Sinalunga .
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Se il Ministero e i vertici dell’Esercito tendevano a leggere quest’ultimo episo-
dio come il segnale della minaccia che incombeva sulla tenuta e l’obbedienza del-
le truppe, messe a rischio dall’ascendente di Garibaldi, quelle stesse manifestazioni
d’entusiasmo segnalavano anche la percorribilità di una via alternativa al sospetto
diffidente e all’arroccamento corporativo che spesso guidò le scelte delle alte gerar-
chie militari nei confronti dei volontari. E del resto, a riprova di quanto lo scontro non
fosse sempre inevitabile nei termini in cui generalmente si realizzò, sarà necessario
69 L’umiliazione dell’esercito, «La Riforma», 8 novembre 1867.
70 Cfr. AUSSME, G-13/7, fasc. 243; Ivi, G-14-18/7, fasc. 46.