Page 31 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            Garibaldi: stratega e guerrigliero

            (tra strategia militare e tecniche di guerriglia)
            Generale di Corpo d’Armata Rocco Panunzi




                l Generale Garibaldi si è formato, secondo la logica umana, attraverso fasi della
                sua vita; infatti, andando ad esaminare proprio l’aspetto umano e di formazione
            Idel Generale si possono delineare tre periodi sostanziali della sua esistenza: il
            periodo sud-americano, il periodo pre-unitario, concluso con la spedizione dei Mille,
            e il periodo post-unitario. Tutti e tre correlati al costrutto umano che via via si for-
            ma in ciascuno di noi e che poi crea quella che è la personalità che, per il Generale
            Garibaldi, va connessa al mito che travalica lo spazio ed il tempo e dà all’Italia un
            personaggio invidiato e amato da tutto il mondo.
               Ma perche Garibaldi e divenuto la figura che oggi conosciamo? Io sono convinto,
            essendo un cultore dell’anti individualismo, pur essendo Generale di Corpo d’Arma-
            ta, che le teorie sansimoniane hanno determinato questo concetto di proiezione verso
            l’uomo del personaggio iniziale.
               Esse hanno creato in Garibaldi una coscienza democratica, proiettata verso 1’uma-
            nità, verso la solidarietà tra i popoli che combattono, non tanto per 1’indipendenza,
            quanto per la loro determinazione; l’indipendenza è una conseguenza della determi-
            nazione di un popolo.
               L’affermazione dei valori della libertà ha guidato due grandi della storia, Abramo
            Lincoln e Ghandi. Essi sono definiti i grandi rivoluzionari della libertà e questa de-
            terminazione caratterizzerà la figura di combattente e di uomo politico del Generale
            Garibaldi.
               In questa logica egli nella fase iniziale della sua vita pubblica si avvicina alla
            realtà del movimento mazziniano. Siamo in un contesto utopico ideale che risentiva
            dei valori già propugnati e testimoniati con il sacrificio di se stesso da San Thomas
            Moore. L’utopia, cioè 1’uomo che determina se stesso in una society ideale correlata
            all’uomo. In questo concetto utopico si sviluppa poi tutta l’azione di fratellanza che
            ha determinato non solo Garibaldi in vita, ma che si è proiettato nei suoi figli (ricor-
            do in particolar modo Ricciotti e Menotti). Ma come vedeva la guerra Garibaldi?
            Anche questo è un concetto importantissimo. La vedeva come un fatto necessario.
            Non era certo un pacifista come i sansimoniani. Questa era l’idea di Garibaldi. L’ho
            approfondita a lungo anche dal punto di vista comportamentale e mi ha affascinato.
            È una teoria nella quale mi identifico e credo che si debba considerare la base del
            concetto etico dell’essere soldati: combattere per una pace giusta, che rispetti le li-
            berty di tutti i popoli della terra. Quindi l’importanza del periodo sud americano che
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