Page 35 - Giuseppe Garibaldi. L'Uomo. Il Condottiero. Il Generale - Atti 10 ottobre 2007
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            Giuseppe Garibaldi. l ’ uom o, il condottiero, il Generale

            Garibaldi e la giustizia


            Generale di Corpo d’Armata Carabinieri (c.a.) Arnaldo Grilli





                   on le note che seguono   si vogliono esaltare i caratteri tradizionali espressi da
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                   Giuseppe Garibaldi, UOMO-MITO. Dopo il fallimento del moto mazziniano
            Ca Genova e la sua esperienza in America, il 1848 infiamma Giuseppe Garibal-
            di; con la Prima Guerra d’Indipendenza, si conclude il periodo della Restaurazione.
               Viene assassinato a Roma il primo ministro Pellegrino Rossi, il successivo 24 Pio
            IX fugge, protetto dal re delle due Sicilie, in quel di Gaeta. È il momento per una
            repubblica “romana”.
               La “questione Romana” diventa un problema europeo, specie di Luigi Napoleone
            (futuro Napoleone III), eletto il 10 dicembre presidente della Repubblica francese
            con i voti determinanti dei cattolici.


            1849. Garibaldi nella Repubblica romana
               La situazione a Roma distoglie Garibaldi dal recarsi a Venezia. Il 20 novembre
            1848 da Cesena si rivolge così alla I Legione romana:
               “Voi siete chiamati ad iniziare una nuova era alla patria nostra. L’Italia non esi-
            sterà finché  la sua insegna non fiammeggi una e libera sul Campidoglio!”.
               Alla testa della colonna, forte di oltre 400 volontari, “Montevideo e Lombardia:
            legione italiana”, il 24 successivo inizia la marcia per Roma, ove giunge l’8 dicem-
            bre. Riceve dal governo freddezza e l’invito ad abbandonare la città. Il 23 gennaio
            1849 si acquartiera con la sua Legione a Rieti, dove stazionerà sino ad aprile. Con
            alcuni modesti approvvigionamenti riceve da Roma un altro ordine, che non può
            entusiasmarlo: i legionari non dovevano essere più di 500, massimo 1.000. Nel frat-
            tempo, dopo la denuncia dell’armistizio, lo Stato Sardo riprende le armi ma subisce la
            sconfitta in quel di Novara. Con il nuovo re Vittorio Emanuele II, entra praticamente
            in crisi. All’Italia nel suo insieme guardavano con il solito intento predatorio l’Au-
            stria e la Francia.
               La reazione si muove: il 22 aprile 1849 da Marsiglia per Civitavecchia parte la
            spedizione francese di circa 9.000 uomini al comando del generale Oudinot, convinto
            che “gli italiani non si batteranno”.



            1  Mino Minali “Giuseppe Garibaldi”, prefazione di Giovanni Spadolini, Mursia ed. S.p.A., Mi-
               lano 1982.
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