Page 139 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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i finanzieri nella campaGna del 1859 139
Sul Lago Maggiore, nel frattempo, la flottiglia austriaca sorvegliava
minacciosamente la riva sinistra piemontese, compiendo audaci scorrerie.
A tal fine si rese necessaria la costituzione dei locali Comitati di Difesa di
Arona, Intra, Pallanza e Cannobio, trovandosi, le anzidette località, abbandonate
a se stesse dalle Autorità Militari, almeno in un primo tempo. Di lì a poco,
sotto la direzione e l’impulso di Giuseppe La Farina, nominato dal Cavour
Commissario straordinario per la difesa del Lago Maggiore, si organizzarono i
necessari dispositivi di resistenza, nei quali, come approfondiremo in seguito,
trattando compiutamente della cosiddetta “Difesa di Cannobio”, si rivelò
indispensabile il contributo delle numerose Brigate doganali.
Garibaldi intanto, avanzando da Biella verso il Ticino con i suoi Cacciatori
delle Alpi, passò ordinatamente la Sesia, per arrestarsi poi a Borgomanero. Da
qui stabilì di marciare su Varese, facendosi precedere dal Tenente Simonetta,
al quale fu dato ordine di preparare il passaggio del Ticino stesso. Il Simonetta,
con l’aiuto volenteroso dell’Ispettore dei Finanzieri Giovanni Cordera e del
Tenente Giacomo Zelaschi, condusse rapidamente a termine i preparativi,
ed alla mezzanotte del 22 maggio Garibaldi mosse da Castelletto con la I
e la II compagnia del 2° Reggimento e con un drappello di una quarantina
di Finanzieri comandati dal Tenente Zelaschi. Approdati a Sesto Calende,
i Garibaldini sorpresero e fecero prigionieri 44 Austriaci. Disteso subito il
ponte di barche, che era stato ritirato dagli Imperiali sulla riva sinistra, fecero
passare, quindi, su quella sponda il resto della Brigata Cacciatori, in marcia
verso Varese.
Il Conte di Cavour, appena appresa la notizia che i Cacciatori delle Alpi
erano passati in Lombardia, incaricò il Generale Garibaldi di rivolgere un
particolare elogio al Tenente Simonetta e all’Ispettore dei Regi Preposti
Doganali Cordera, per l’attività, l’energia e la precisione, con cui i Cacciatori e
i Finanzieri avevano preparato e consentito il passaggio del Ticino: passaggio
in seguito immortalato da un celebre dipinto di Carlo Bossoli, conservato
presso il Museo del Risorgimento di Torino.
Nel mentre il Generale Garibaldi traghettava sulla sponda lombarda, il
Professor Giovanni Moro, del Comitato di difesa di Arona, con 60 Finanzieri
comandati dal citato Ispettore Cordera, piombò sull’altra sponda del Lago
Maggiore, catturandovi il piccolo presidio austriaco della Rocca di Angera.
Il giorno seguente, dopo aver respinto un tentativo di sbarco da parte del
piroscafo austriaco “Benedeck”, il Moro ed il Cordera proclamarono l’unione
di quella terra lombarda al Piemonte.
Intanto, il Generale Garibaldi, dopo aver disposto che i prigionieri di Sesto
Calende fossero scortati dai Finanzieri ad Arona, lasciato a guardia di quel