Page 142 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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142 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
mentre i commilitoni, compresi i due Finanzieri, si mettevano al riparo dalle
schegge avversarie. Sconcertati per l’inattesa resistenza italiana, gli austriaci
reagirono, tentando di colpire la postazione d’Artiglieria. Il finanziere-
artigliere Bazzano, intanto, caricava, puntava, tirava; poi rimetteva il pezzo
in batteria, scotolava e ricominciava da capo con grande meticolosità, mentre,
sempre più vicino, cadevano le granate dell’artiglieria navale austriaca.
Dopo due ore, tra il fumo, si vide che i battelli nemici viravano di bordo
per riguadagnare la sponda lombarda. Per il resto del giorno, e nella notte
successiva, a Cannobio nessuno dormì. Per una volta era andata bene, ma
tutto faceva presagire che gli austriaci sarebbero tornati in forze.
L’indomani mattina, i tre battelli, infatti, puntarono nuovamente e
decisamente sulla città. A tal riguardo, la testimonianza del Bazzano
prosegue:
“Alle ore 5 del mattino del giorno 28 si presentarono in faccia Cannobio
tutti e tre i piroscafi cioè, il Radetschy, il Ticino e il Benedeck, tutti con
bandiera bianca, precauzione credo per collocarsi al posto loro più
conveniente. Il primo fermassi in faccia al Monumento nazionale della Pietà
(si riferisce ovviamente alla Chiesa della SS. Pietà) alla distanza di 300 metri;
io allora lo salutai con un colpo per allontanarlo da quella posizione che
molto danneggiava il paese e la chiesa. Il Ticino invece seguiva di andata
e ritorno trasversalmente la linea del tiro che poteva danneggiare anche
l’altro piroscafo, e dirigendogli ogni volta che passava in linea della batteria
lanciava alcuni colpi sempre però mal diretti e perciò inutili, quantunque
la batteria di un sol pezzo e mancante di tutti gli attrezzi necessari per
combattere trovavasi framezza a due fuochi, al secondo colpo tutti i serventi
fuggirono, io restai solo con un cannone mal costrutto, solo le munizioni cioè
polveri e proiettili a mitraglia erano perfezionati. Il Benedeck stava a certa
distanza senza combattere ma pronto al rimorchio in caso di bisogno. Io come
rivolto restai solo a difendermi contro due piroscafi armati di tutto punto in
guerra; dopo il 3˚ colpo fu colpito con mitraglia il Ticino (e quindi non il
“Taxis”, come hanno riportato alcuni storici) mentre i cannonieri caricavano
i loro pezzi e furono uccisi (?) una decina che si vedevano da tutti rotolare del
ponte di coperta, a tal vista il Ticino navigava sempre a rispettosa distanza,
solo una volta s’arrischiò di avvicinarsi ancora alla batteria e fu colpito una
seconda volta trasversalmente alla prora e fu costretto ritirarsi fuori di tiro per
riparare l’avaria; dopo mezz’ora ritornò al combattimento”. Secondo alcuni
storici, ogni colpo del vecchio cannone garibaldino era salutato da ovazioni
da parte della popolazione che, dalle alture vicine, seguiva la febbrile attività
del Bazzano, fattosi capo pezzo, puntatore, e servente tutto in una volta. Gli