Page 145 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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i finanzieri nella campaGna del 1859 145
Tenente Isidoro Ravera, presidiò per otto giorni Gallarate, mentre era ancora
in quei dintorni il Generale Urban. Dopo che gli alleati ebbero occupata
Milano, il reparto fu fatto ritornare dal Ministro Cavour ad Arona.
Il 6 giugno, il R. Commissario da Arona trasmet teva ai Comitati di
Cannobio e di Intra gli encomi del Cavour per l’energica loro difesa contro gli
Austriaci: molti furono quelli elargiti ai Preposti Doganali, mentre l’Ispettore
Cordera fu insignito della Croce di Cavaliere di san Maurizio e Lazzaro. Il 10
giugno, alla notizia che Laveno era stata abbandonata dal nemico, riparato in
Svizzera, i Finanzieri e la Guardia Nazionale di Intra e di Cannobio corsero ad
occupare quei forti, onde predisporli a resistenza contro un possibile ritorno
degli Austriaci. Il giorno seguente, il Comitato di difesa di Intra, nel rassegnare
i suoi poteri, pubblicò un mani festo di pubblica lode e di ringraziamento alla
milizia nazionale, ai Finanzieri ed ai cittadini per la parte da essi avuta nella
difesa del Paese.
Alla campagna del 1859, oltre ai Regi Preposti della Gabelle del Regno
di Sardegna vi pre sero parte anche molti Finanzieri del Lombardo-Veneto,
i quali, disertati dai posti di servizio, passarono con le truppe Garibaldine,
rendendo a queste pre ziosi servizi, grazie alla perfetta conoscenza dei luoghi
e del terreno, come avvenne in Valtellina, insorta ai primi giorni di giugno.
Essendo discese dallo Stelvio alcune Compagnie di Cacciatori tirolesi,
che avevano occupato Bormio, e men tre si aspettava il soccorso del Generale
Garibaldi — che da Como si era recato a Bergamo e a Brescia, sostenendo
i combattimenti di Seriate (8 giugno) e di Treponti (15 giugno) —, fu
organizzato un Battaglione di volontari valtellinesi, proprio attraverso la
mobilitazione di guardie nazionali e di un consistente numero di Finanzieri
lombardi. Il reparto fu posto agli ordini del Capitano Francesco Montanari,
preventivamente inviato da Garibaldi in Valtellina proprio per organizzarvi
delle bande armate.
Dopo aver sostenuto qualche scaramuccia, il Battaglione valtellinese
fu inviato dal colonnello Medici — che era giunto a Tresenda il 24 con
l’avanguardia di Garibaldi — sugli avamposti al Ponte del Diavolo, insieme
con una mezza compagnia di Cac ciatori delle Alpi.
Il 26 quella posizione fu più volte attaccata da una Compagnia di Austriaci,
i quali furono sempre respinti. Tra i vari caduti in quel combattimento vi fu
anche un finanziere.
Il 2 luglio, il Battaglione valtellinese, sostenuto dal Reggi mento Medici,
occupò Ceppina, e poi corse ad impadronirsi di Bormio. Gli Austriaci si
ritirarono allora sulle forti posizioni dei Bagni Vecchi e dei Bagni Nuovi,
dove il giorno seguente furono attaccati sul fianco da Garibaldi; ma l’attacco