Page 140 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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140          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 passo il Capitano De Cristoforis con la III compagnia del 2° Reggimento e
                 spedito il Maggiore Bixio col suo Battaglione in vedetta su Laveno, marciò
                 rapidamente verso Varese. A Castelletto rimase con i Finanzieri di ritorno da
                 Borgomanero ed Arona, il solo Maggiore Riccardo Ce roni.
                   Avuto  sentore  delle  rapide  mosse  delle  truppe  vo lontarie,  il  Generale
                 Urban si mosse a caccia dei gari baldini, con ordini severi e con quante più
                 forze avesse potuto raccogliere. Contemporaneamente fu spedito alle spalle
                 dei Cacciatori delle Alpi, attraverso Somma e Sesto Calende, il Colonnello
                 Schindloker, a capo di uno Squadrone di Cavalleria, 2 Compagnie di Fanteria
                 ed una Batteria d’Artiglieria.
                   Giunti a Sesto Calende, gli austriaci furono accolti dalla Compagnia De
                 Cristoforis  con  un  violento  fuoco.  Anche  Castelletto  subiva  la  minaccia
                 nemica, anche se il Drappello, essendo stato rinforzato da una Sezione di
                 obici da campagna, riuscì a far credere al nemico che in detta località fosse
                 presente non meno di un Battaglione di Fanteria con una Sezione d’Artiglieria.
                 Il distaccamento austriaco, persuaso di trovarsi di fronte forze superiori, si
                 ritirò a Somma, mentre il Capitano De Cristoforis - se condo gli ordini avuti -
                 si recò a Besozzo.
                   Decisivo, come anticipato prima, fu anche il ruolo avuto dalle Brigate dei
                 Regi Preposti Doganali sardi di stanza nel cannobino e sul quale mi soffermerò
                 più a lungo. In tale frangente, la flottiglia di vapori della Marina Imperiale
                 austriaca, di stanza presso la base di Laveno, avevano iniziato a battere il lago,
                 eseguendone  il  relativo  blocco,  onde  evitare  sbarchi  di  forze  Garibaldine,
                 ovvero  per  minacciare  i  paesi  rivieraschi  ed  imporre  taglie  e  requisizioni
                 alle autorità locali. Componevano la Flotta il piroscafo a ruote “Radetzky”,
                 armato di sei cannoni, il citato piroscafo ad elica “Benedeck”, armato di due
                 cannoni, il vapore a ruote “Taxis”, armato con quattro cannoni, e tre “gabarre”
                 (imbarcazioni da trasporto), la più grande delle quali era il “ticino”, più volte
                 citato nelle relazioni e nelle cronache giornalistiche di quei giorni per le sue
                 missioni di guerra. Il 27 maggio 1859 fu la volta di Cannobio, ove – come
                 s’è ricordato prima – era stato costituito un Comitato, che potremmo definire
                 “di  salute  pubblica”,  dal  quale  dipendeva  una  Compagnia  della  Guardia
                 Nazionale, posta agli ordini del Capitano Paolo Zaccheo, suddivisa in due
                 plotoni  posti  rispettivamente  al  comando  dei  Tenenti  Carlo  Zamaretti  e
                 Giuseppe Sicuri.
                   La Milizia fu affiancata dai pochi Reali Carabinieri e dai Finanzieri del
                 Tenente  Giuseppe  Cassina,  questi  ultimi  però  opportunamente  rinforzati
                 dall’arrivo  di  militi  provenienti  dalle  dipendenti  Brigate  di  montagna.  La
                 storia  è concorde sul fatto che, verso  le nove  del  mattino, in  direzione  di
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