Page 143 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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i finanzieri nella campaGna del 1859 143
austriaci, tra colonne d’acqua sollevate dai tiri, aprirono il fuoco tenendosi a
rispettosa distanza. Ad un tratto il “Benedeck” fu visto sbandare, colpito al
ponte.
Immediatamente il “ticino” lo prese a rimorchio, e, mentre il “Radetskj”
copriva la ritirata, la flottiglia ripiegò su Laveno, da dove non doveva più
uscire per il resto della guerra. Questo, naturalmente, secondo le versioni
ufficiali e le cronache tolte dai giornali dell’epoca.
In realtà, secondo la testimonianza del Bazzano le cose non andarono
proprio così. Grazie alla sua lealtà possiamo oggi scoprire la verità sulla fine
del cannone e, soprattutto, sulla presunta sconfitta degli austriaci.
“Io da solo - evidenziò il Bazzano nel 1908 - non potevo più resistere
dalla stanchezza, non potevo che con gran fatica portare il cannone alla
barchetta della Batteria, ogni colpo il pezzo rinculava 20 centimetri, le ruote
affondavano nel paiuolo e lo spazio era di soli quattro metri e mezzo la mia
forza non era più bastevole per rimetterlo al parapetto della batteria, v’erano
solo 40 centimetri da sottostante burrone profondo due metri, era giocoforza
di cessare il fuoco o di precipitare il pezzo nel vicino pericolo, e così dopo 16
colpi il Ticino s’avvicinò alla direzione del cannone e ricevè il 17° ed ultimo
colpo di mitraglia che fu colpito in coperta a poppa; il cannone si riversò nel
burrone e fuori di servizio.
Il nemico credendo demolita la batteria si ritirò con tutti e tre i battelli di
nuovo a Laveno e così ebbe fine la battaglia di Cannobio.
I marinai austriaci non fecero più ritorno a Cannobio, anche se la Flottiglia
imperiale, per qualche altro mese ancora, continuò a rendersi protagonista di
numerosi attacchi, affondamenti e bombardamenti contro le rive piemontesi,
come nel caso di Baveno, mirabilmente difesa dal Battaglione Mambrini, una
delle ultime missioni del Maggiore Grünwald e dei suoi agguerriti piroscafi.
Un elemento di comune verità è certamente quello relativo ai riconosciuti
meriti da ascrivere alla condotta militare del Doganiere-Artigliere. Si sa di
certo che i cannobiesi portarono in trionfo il Bazzano, mentre la sera stessa,
su proposta del sindaco di Cannobio, Bongiovanni, il Regio Commissario per
la difesa del Lago Maggiore, Giuseppe La Farina, chiese per lui al Ministro
delle Finanze lanza la promozione al grado di Sotto Brigadiere.
Lusinghieri furono gli apprezzamenti che il La Farina riservò anche agli
altri reparti del Corpo dei Doganieri, tant’è vero che il 29 maggio ’59, il
Regio Commissario, nel passare in rivista ad Intra la Guardia Nazionale e
i Regi Preposti Doganali, rivolse anche a questi ultimi incoraggiamenti ed
en comi. In quello stesso giorno il Commissario fu telegraficamente avvertito
dal Ministro delle Finanze Lanza che un’altra Compagnia di Finanzieri era