Page 55 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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le operazioni terrestri nella campaGna del 1859 55
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nerale La Marmora, tramite due apposite commissioni , predispone studi per
individuare il sistema difensivo più confacente al territorio del Regno: ol-
tre alla cintura fortificata di Torino viene identificato da queste, nella grande
ansa tra il Po e il Tanaro con la Piazzaforte di Alessandria (insieme a Casale,
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Monte e Valenza) quale perno del sistema difensivo .
Alcune delle riforme del La Marmora hanno poi parziale conferma della
loro validità nella guerra di Crimea. In ogni caso grazie a lui l’Armata sarda,
nonostante alcune gravi carenze, quali l’insufficienza delle riserve istruite e la
mancanza di un moderno apparato di stato maggiore sul modello prussiano,
diviene un “solido strumento di guerra, certamente il migliore degli eserciti
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degli stati italiani” .
Dal 12 gennaio 1859 il governo sardo inizia le operazioni di mobilita-
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zione : aumentata la sorveglianza e rinforzato il confine verso il Lombardo-
Veneto con truppe trasferite dalla Savoia, Sardegna e Nizzardo, sono sospese
le licenze, vengono costituiti i depositi con funzioni di centri per la mobili-
tazione ed equipaggiamento delle truppe da avviare poi ai rispettivi corpi .
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La mobilitazione è attuata secondo il progetto studiato dall’allora maggiore
14 Una era presieduta dal maresciallo La Tour che impostò il problema strategico nel
presupposto di un nuovo conflitto con l’Austria ma con Francia e Gran Bretagna alle-
ate. L’altra commissione presieduta dal generale Rossi doveva basarsi sui risultati cui
era pervenuta la prima e suggerire i lavori di fortificazione più adatti.
15 m. montanari, Politica e strategia in cento anni …, Vol. I cit., p. 273.
16 p. pieri, Storia militare del Risorgimento …cit., p. 577. “Comunque l’Esercito pie-
montese quale risultava dalle riforme attuate fra il 1850 e il 1857 dal generale Alfonso
La Marmora, era un solido strumento di guerra, certamente il migliore degli eserciti
degli stati italiani, sebbene l’esercito napoletano e quello toscano fossero stati oggetto
di particolari cure: forte di una gloriosa tradizione, d’una solida disciplina e animato
da uno schietto sentimento patriottico”.
17 p. maraviGna, Storia dell’arte militare moderna, Tomo III, Dalla restaurazione alla
prima guerra mondiale, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito-Ufficio Storico, 1982,
pp. 198-206, in particolare pp. 198-200: “anche in questa campagna [del 1859] la
mobilitazione dei tre eserciti belligeranti presenta il carattere comune dell’improvvi-
sazione, poiché nessuno degli Stati maggiori l’aveva preparata organicamente e con
metodo. (…) Altro carattere comune alla mobilitazione di tutti i tre gli eserciti fu
quello della lentezza (…)”.
18 m. montanari, Politica e strategia…cit., Vol. I… cit., pp. 329-340.