Page 74 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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74 150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno
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alla fine trionfarono” . Impegnano due brigate del V Corpo d’armata e im-
pediscono all’VIII, comandato dal feldmaresciallo Benedek, uno dei migliori
generali austriaci del momento, forse il migliore, di inviare rinforzi nel settore
di Solferino dove poi sfondano i francesi. Nella condotta delle operazioni
vengono, comunque, commessi una serie di errori; in sostanza ”fu un azione
slegata e le truppe pagarono col loro eroismo e sacrificio varie deficienze di
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Comando” . Dal punto di vista tattico i generali sardi commettono l’errore di
“procedere in ordine quasi lineare, senza adeguati rincalzi capaci di rendere
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stabili i buoni successi che ogni volta (…) ottennero” ; invece di attaccare un
solo tratto del fronte concentrando qui tutte le forze, le singole brigate “mos-
sero frontalmente su tutta l’estensione della posizione nemica” senza un’ade-
guata preparazione dell’artiglieria. Manca, soprattutto, il coordinamento tra le
divisioni nel momento dell’attacco, dovuto in parte all’ordinamento adottato
dall’armata sarda mobilitata nel 1859 che, a differenza dei francesi e degli
austriaci, non prevede il raggruppamento di due o più divisioni in corpi d’ar-
mata .
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In generale, del quadro complessivo della battaglia del 24 giugno, come
abbiamo detto, il combattimento di San Martino immobilizza numerose trup-
pe austriache fin dall’inizio, rendendo, in un certo senso, inutile il terzo e
90 p. pieri, Storia militare del Risorgimento …cit., p. 617. ”(..) Comunque i piemontesi
impegnarono con le loro 8 brigate altrettante brigate nemiche e alla fine trionfarono
(…). Tolsero due brigate al V Corpo austriaco e impedirono all’VIII di mandare al
soccorso del centro due brigate; così ben quattro mancarono al centro, nel momento
cruciale dell’azione per merito dell’azione vigorosa dei piemontesi”.
91 Ibidem.
92 comando del corpo di stato maGGiore-ufficio storico, La guerra del 1859… cit.,
Vol. II: Narrazione .. cit., pp. 503-504.” (…) Date le scarse forze recate successi-
vamente all’attacco, i sardi furono indotti a procedere in ordine quasi lineare, senza
adeguati rincalzi capaci di rendere stabili i buoni successi che ogni volta, in sulle
prime, essi ottennero, invece di attaccare con tutte le forze un solo tratto del fronte,
le singole brigate mossero frontalmente su tutta l’estensione della posizione nemica,
senza adeguata preparazione di fuoco d’artiglieria e dimentiche come le maggiori
probabilità di ottenere risultati decisivi si abbiano in genere quando l’azione frontale
sia accompagnata da un attacco contro uno o anche entrambi i fianchi dell’avversario.
Questa mancanza di un sano concetto di manovra mostra ancora una volta quanto
sarebbe stato utile la presenza di un comandante di grado superiore a quello dei due
generale di divisione”.
93 f. stefani, La storia della dottrina e degli ordinamenti dell’Esercito italiano, Vol. I
… cit., p. 125.