Page 193 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Alle origini dell’e. i.: gli eserciti degli stAti preunitAri e rivoluzionAri  193


               europeo. La politica sabauda riuscì efficacemente negli intenti anche grazie a
               strategie  patriottiche  mirate, proponendo ed imponendo simboli e modelli
               unificatori propri del risorgimento: esempio la bandiera ed altri elementi con-
               divisi della tradizione italica.
                  Da questi presupposti si può intendere pienamente il pensiero del
               Settembrini  che  fa da  incipit a questa  breve  analisi  e sicuramente  anche
               nell’idea ardita e risoluta del ministro della guerra il generale Manfredo Fanti
               che pone, con l’annuncio della nota n.76 del 4 maggio 1861 di costituire e
               denominare il Regio Esercito in Esercito Italiano. In questo si può vedere un
               primo passo ambizioso, incisivo  ed efficace nel creare i presupposti di un
               nuovo Stato e di una nazione sotto un’unica bandiera, racchiudendo tutte le
               sorti morali e civilizzatrici della nuova Italia unita.



               gli eSerciti preunitari
               eSercito granducale toScano.
                  Il Granducato di Toscana, reintegrato nei propri domini, accresciuti anzi
               dall’acquisto della Lucchesia, al termine del quindicennio napoleonico, era
               forse il più pacifico degli stati pre-unitari. Confinante con i due ducati asbur-
               gici dell’Emilia e con lo Stato pontificio, non aveva a temere aggressioni o
               infiltrazioni ostili, abitato da una  popolazione non ostile all’idea nazionale
               ma aliena da violente  rivolte,  e governato  da una dinastia, quella  degli
               Asburgo-Lorena, imparentata strettamente con la Casa regnante di Vienna, la
               quale garantiva al Granducato, ove ne fosse stata necessità, il pronto sostegno
               dei reggimenti imperiali, acquartierati nella vicina Lombardia.
                  L’attenzione posta dai Granduchi di Toscana alla creazione di una propria
               forza armata, fu dunque coerente con la loro tradizione di efficienti ammini-
               stratori di tradizione illuminista, alieni da ambizioni politiche e tantomeno
               militari. L’esercito toscano del secondo decennio dell’Ottocento assommava
               complessivamente a non più di 6.000 uomini coscritti, strutturati su:
                  3 reggimenti di fanteria, 3 battaglioni di 6 compagnie
                  1 battaglione di “veliti”
                  1 battaglione di veterani
                  1 reggimento di cacciatori a cavallo
                  3 battaglioni di guardacoste
                  1 corpo di cannonieri all’Isola d’Elba
                  I 1.500 uomini dei  battaglioni  guardacoste,  costituivano  delle  unità  di
               volontari mobilitabili  in caso di necessità, ma non conteggiabili nella forza
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