Page 196 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            tà i soldati dell’esercito Granducale, molti dei quali confluirono nell’Esercito
            della  lega dell’Italia  Centrale,  organizzato  da Manfredo Fanti.  L’esercito
            toscano constava alla data del 26 aprile 1859 di:
               5 reggimenti di fanteria di linea su 4 battaglioni
               1 reggimento di granatieri su 2 battaglioni
               2 battaglioni di bersaglieri
               1 reggimento di dragoni su 4 squadroni
               1 reggimento di artiglieria
               2 compagnie del genio.
               Il contingente toscano, comandato dal generale Ulloa, all’atto dello sbarco
            in toscana del contingente francese, destinato ad operare sulla destra del Po
            contro gli austriaci, venne riorganizzato dal proprio comandante in un’unica
            divisione, giunse però in linea proprio all’immediata vigilia dell’armistizio di
            Villafranca.  L’assunzione da parte  del colonnello  Cadorna della  carica  di
            Ministro della Guerra dello Stato Toscano, preparò il transito dei reggimenti
            toscani all’interno dell’Esercito Italiano, all’interno del quale assunsero una
            numerazione progressiva, il 25 marzo 1860.


            eSercito pontificio
               La  natura  stessa dello  Stato  Pontificio  avrebbe  dovuto  esentarlo  dalla
            necessità di disporre di una forza militare significativa, soprattutto in seguito
            all’assetto  conferito  dal  Congresso di Vienna  alla  Penisola,  tutta,  o  quasi,
            vigilata dalle armi della cattolicissima Austria. Tuttavia, sia il brigantaggio
            diffuso, soprattutto nelle Marche e nel basso Lazio, sia il tradizionale ribelli-
            smo delle popolazioni della sponda adriatica e delle Romagne in particolare,
            costrinsero il governo pontificio a dotarsi di una pur minima struttura milita-
            re.
               Tradizionalmente,  la  nobiltà  dei  territori  papali  era  la  sola  di  tutta  la
            Penisola a vantare, in misura forse maggiore a quella piemontese, una vasta
            tradizione militare, tuttavia, la litigiosità di questi nobili e la loro indisciplina
            avevano sconsigliato al Papato, fin dal Quindicesimo Secolo, di attingere ai
            propri territori le forze per la propria difesa. Esisteva, ed esiste tuttora, un
            canale  privilegiato  di reclutamento  con la  Confederazione  dei  cantoni
            Svizzeri, i quali fornivano una aliquota di soldati addestrati e fedeli alle esi-
            genze dello Stato Pontificio. A questa fonte, sulla base di un accordo sancito
            nel 1831, attinse il Ministero delle Armi per reclutare il nerbo delle forze
            papali, attorno al quale costruire il resto del piccolo esercito pontificio. La
            consistenza numerica prevista di 16.000/17.000 uomini non venne raggiunta,
            anche a causa delle ristrettezze di bilancio. Il Cardinale Consalvi, assieme ai
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