Page 198 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
P. 198
198 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.
Tali reparti, compresi gli svizzeri, dettero una buona prova nella sfortuna-
ta difesa di Vicenza, che segnò il cambiare delle sorti del conflitto a favore
dell’Austria, in seguito alla quale il Papa richiamò il corpo di spedizione e
inaugurò una politica in aperto contrasto con quella filo-unitaria fin lì seguita.
la sollevazione della guardia civica, l’assassinio di Pellegrino Rossi, nomina-
to dal Papa capo del governo, la fuga del pontefice e la conseguente procla-
mazione della Repubblica Romana, portarono all’intervento delle potenze
cattoliche ed alla conseguente sanguinosa serie di combattimenti attorno a
Roma, che culminarono con la caduta della Repubblica e con il ritorno del
Papa, divenuto ora un convinto fautore della reazione e dell’autocratismo.
La successiva riforma dell’Esercito pontificio, pur senza eliminare l’ar-
ruolamento su base volontaria di alcuni reparti di sudditi pontifici, vide una
massiccia immissione, a fianco degli svizzeri, di mercenari di provenienza
belga e francese, inquadrati nei reparti di “Zuavi”, oltre che spagnola, tede-
sca, irlandese e persino statunitense.
Il nuovo esercito papale, accresciuto numericamente fino a 16.000 uomini,
compresi i gendarmi e i “Carabinieri”, fu affidato al generale Kalbermatter,
che nell’Ordine del Giorno del 1° giugno 1852 ne fissò la consistenza in
16.000 su:
1 reggimento di gendarmi
2 reggimenti di fanteria di linea su 2 battaglioni
2 reggimenti di fanteria di linea esteri
1 battaglione cacciatori
2 battaglioni di presidio
1 reggimento di dragoni
1 reggimento di artiglieria
A queste truppe si aggiungevano i reparti del genio, addetti al materiale di
artiglieria e le 2 compagnie degli invalidi e di disciplina.
L’efficienza dell’esercito pontificio tuttavia non poté dirsi accresciuta,
dato che nei medesimi anni di questo riordinamento, veniva chiusa la scuola
di artiglieria e le piazze erano lasciate deperire, come anche fu trascurato
l’addestramento della truppa.
I moti scoppiati in seguito alle vittorie franco-sarde in Italia settentrionale
contro gli austriaci nel 1859, in Umbria e nelle Romagne, vennero repressi
con decisione dalle truppe pontificie, che si resero responsabili a Perugia di
un vero e proprio saccheggio della città. Proprio queste violenze dettero alle
truppe sarde il pretesto di entrare nelle Legazioni di Bologna, Ferrara e
Ravenna e di provocarne l’annessione allo stato sabaudo. Nel 1861, i ponti-
fici dovettero infine affrontare nuovamente una prova al di sopra delle proprie