Page 212 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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212 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.
comandata dal generale Medici, era formata da 5 brigate (Simonetta, Eberhart,
Corte, Dunn, Musolino). La 18ª Divisione, comandata dal generale Bixio, era
formata da 2 brigate (Dezza, Balzani con la divisione aggregata del generale
Avezzana). Con r.d. 11 novembre. l’Esercito meridionale venne considerato
come istituzione militare dello stato pur formando, in vista di un futuro scio-
glimento, un corpo separato dall’esercito regolare.
Dopo questi brevi cenni storico-istituzionali, vediamo chi erano veramen-
te questi volontari che liberarono il mezzogiorno.
Li chiamarono i Mille, ma in realtà, secondo le fonti ufficiali più accetta-
bili, furono 1089 coloro che sbarcarono a Marsala l’11 maggio del 1860. La
schiera si componeva per la maggior parte di lombardi, liguri, veneti, emilia-
ni e toscani, stranieri, vi erano anche siciliani esuli, impazienti di rivedere la
patria libera; primo fra tutti, uno divenuto poi grande, Francesco Crispi.
La composizione politica era una sola, quella della sinistra repubblicana,
tutti avevano alle spalle delle esperienze cospirative, forti assertori del pen-
siero mazziniano, rivoluzionari indipendentisti alla ricerca di un riscatto
politico-sociale, ma anche tenaci e generosi idealisti liberali in cerca dell’uni-
tà nazionale. La composizione sociale era formata da benestanti, liberi pro-
fessionisti, artigiani, avvocati, medici e farmacisti, ingegneri e una donna:
Maria Montmasson, moglie di Francesco Crispi. Erano fra loro uomini che
avevano combattuto nel 1848 e 1849, persino due che con la loro maturità
portavano le esperienze dei moti del 1820 e del 1821.
Anche qui, la presenza di persone che avevano vissuto pienamente l’espe-
rienza risorgimentale portarono il chiaro esempio del cambiamento epocale
anche in ambito storico politico e militare. In questo contesto, è interessante
notare come la locuzione dell’aggettivo “nazionale” aggiunto al sostantivo
“Armata o Esercito” si evolva, assumendo un nuovo significato, esempio: nel
’20 e nel ’48 l’armata nazionale di Sicilia era contrapposta a quella regia, nel
’60 si può parlare ormai di Esercito nazionale d’Italia: esercito italiano.
Significativa era la presenza di giovani che avevano prestato servizio nelle
file dei Cacciatori delle alpi o fatto parte dell’esercito della lega, tangibile
dimostrazione del senno e della mirabile unità di intenti dei popoli dell’Italia
centrale. Come accennato pocanzi, vi erano alcuni siciliani che avevano
avuto, sull’isola o in altre regioni meridionali, noie con la giustizia (famosi i
due della “grande truffa del lotto” in Sicilia, che inseguiti dalla giustizia bor-
bonica, si rifugiarono proprio a Quarto, e rientrarono sull’isola con la spedi-
zione; in seguito, uno morì nei combattimenti, l’altro più tardi si suicidò).
Garibaldi, all’ordine del giorno affisso durante la navigazione da Quarto a
Marsala, volle che questa schiera assumesse il nome di Cacciatori delle alpi,