Page 208 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            appositamente  dal Piemonte. Su proposta dello stesso generale  Ulloa, il
            governo provvisorio toscano iniziò, a lungo termine, l’attuazione dei provve-
            dimenti organici necessari alla costituzione di un corpo d’esercito di 8 reggi-
            menti (4 di fanteria di linea, 1 di granatieri, 1 di cacciatori, 1 di 1. cavalleria
            e 1 di artiglieria), tratti dai vecchi reparti dell’esercito granducale, ma dispo-
            se immediatamente la costituzione di due corpi d’osservazione, schierati, per
            la difesa del territorio, lungo la catena appenninica (strada di Filigare e sulla
            Porretana). I due corpi d’osservazione furono accorpati, formando un’unica
            grande unità, denominata Divisione mobilitata Ulloa con il compito di vigi-
            lare  le rotabili  montane  verso Bologna e Forlì. Successivamente  le forze
            toscane raggiunsero la forza di 4 brigate di fanteria, 4 battaglioni bersaglieri
            (17°, 18°, 19°, 20°), 2 reggimenti cavalleria (Firenze e Lucca), 6 batterie da
            campagna, 6 compagnie da piazza, 2 compagnie del genio. Le Brigate erano
            la 1ª Brigata Pisa (29° e 30° reggimento fanteria, già 1° e 2° reggimento fan-
            teria toscana), 2ª Brigata Siena (31° e 32° reggimento fanteria, già 3° e 4°
            reggimento fanteria toscana), 3ª Brigata livorno (33° e 34° reggimento fan-
            teria, già 5° e 6° reggimento fanteria toscana), 4ª Brigata Pistoia (35° e 36°
            reggimento fanteria, già 7° e 8° reggimento fanteria toscana). Fin dal maggio
            1859, con i volontari  romagnoli e marchigiani,  concentrati  in  Toscana, il
            governo sardo aveva avviato la formazione di una divisione, al comando del
            generale  Luigi  Mezzacapo, inizialmente  denominata  “II  Corpo d’armata
            dell’Italia centrale”. Inquadrata da ufficiali sardi o provenienti dall’esercito
            dei ducati, il 25 giugno era già formata da 4 reggimenti di fanteria, che die-
            dero origine alle Brigate ravenna (19° e 20° Reggimento fanteria, che poi,
            rispettivamente, cambiarono numerazione in 37° e 38°) e Forlì (23° e 24°
            reggimento  fanteria,  che poi, rispettivamente,  cambiarono  numerazione  in
            43° e 44°), e aliquote di altre armi per un totale di 7.000 uomini. Nel Ducato
            di Modena, le truppe estensi rimasero fedeli al legittimo sovrano, seguendolo
            sulla via dell’esilio, mentre, già il 1° maggio, il governo provvisorio affidava
            al generale Ribotti, ufficiale sardo, l’organizzazione di corpo volontario dei
            Cacciatori del Magra. Il 31 luglio, i Cacciatori del Magra, formati da un quar-
            tier generale, 6 battaglioni della forza di 600 uomini, su 4 compagnie e 1
            compagnia di guide a cavallo, vennero trasformati nella Brigata Modena (1°
            e 2° reggimento fanteria, che poi, rispettivamente, cambiarono numerazione
            in 41° e 42° reggimento fanteria), schierata prima nel ducato di Parma, lungo
            la frontiera con l’impero austriaco, poi, nelle Romagne, lungo la frontiera
            pontificia. Gli altri numerosi volontari modenesi venne inquadrati nella Bri-
            gata reggio (3° e 4° reggimento fanteria, che poi, rispettivamente, cambiaro-
            no numerazione in 45° e 46° Reggimento fanteria). Nel Ducato di Parma, con
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