Page 214 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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214 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.
Negli ordinamenti successivi, Garibaldi volle chiamare la sua armata in
Esercito dell’Italia meridionale, proprio con l’idea di uniformità tra le arma-
te del nord e quelle del sud. Per questo motivo, man mano che confluivano in
quei mesi tutte le armate di volontari, fu proseguita la numerazione dei reg-
gimenti e di quattro divisioni formate che si andavano ad aggiungere all’Eser-
cito regio: 15ª divisione “Türr”, 16ª divisione “Milbitz”,17ª divisione
“Medici” e 18ª divisione “Bixio”.
L’11 novembre del 1860, Vittorio Emanuele II, con un ordine del giorno
da Napoli, dichiarava che l’Armata dei Volontari, comandata nell’Italia meri-
dionale dal generale Garibaldi, aveva meritato di essere inserita pienamente
nelle file dell’Esercito regolare come corpo speciale, ma cosa più importante,
che i diritti dei soldati e ufficiali fossero pareggiati; stava nascendo l’Esercito
nazionale Italiano. Nel dicembre del 1860 gli eventi sociali e politici portaro-
no l’annessione delle regioni centrali e meridionali attraverso un suffragio
diretto universale, manifestato liberamente, di far parte integrante della
Monarchia costituzionale.
Nel gennaio 1861, con un Regio Decreto, il corpo speciale dell’Armata
dei volontari veniva sciolto definitivamente, molti affluirono nell’Esercito,
altri fecero ritorno alle proprie famiglie. Con successivi decreti si avviò il
processo lungo e sofferto di completa integrazione dei volontari. Le fasi suc-
cessive all’unità d’Italia furono segnate da conflitti interni di origine politico-
sociale. Il meridione fu colpito duramente dal fenomeno del brigantaggio, la
difficile compatibilità culturale – sociale e politica della popolazione tra nord
e sud, l’imposizione sabauda sulle terre meridionali; ciò si riversò anche
nell’Esercito. L’unione all’Italia del Regno delle due Sicilie subito fu funesta-
ta anche da un altro fenomeno analogo: il “brigantaggio politico”.
Infatti alle difficoltà interne derivanti dalla scissione del partito liberale in
moderato e d’azione, dalle divergenze tra Garibaldi, Cavour e Mazziniani, a
quelle amministrative per l’unificazione e militari per l’incorporazione delle
milizie toscane, borboniche e garibaldine, si aggiunsero quelle finanziarie
oltremodo inquietanti, sicuramente pericolose per l’equilibrio nel contesto
delle potenze europee. Apice di questi dissidi interni si ebbe chiaramente
nella memoranda seduta della Camera del 18 aprile 1861, in cui Garibaldi,
eletto deputato del 1° collegio di Napoli, si scagliò contro Cavour e la politi-
ca sabauda.
Nacquero divisioni interne anche tra coloro che avevano fatto la rivoluzio-
ne, tra coloro che avevano fatto l’Italia: Garibaldi, Fanti, Cialdini, ponendo
sempre in antitesi le sorti e il riconoscimento dei volontari all’interno
dell’Esercito regolare. Non bisogna dimenticare che fondamentalmente l’Ita-

