Page 246 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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246           Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.


            il pleBiScito.
               A proclamarlo fu il  plebiscito  del  21 ottobre  1860. Gli  elettori  del
            Mezzogiorno furono chiamati a dire se volessero “l’Italia una e indivisibile
            con Vittorio Emanuele Re costituzionale e suoi legittimi discendenti”. Nelle
            province napoletane i “si” furono 1.302.064, i “no” 10.132. In Sicilia i “si”
            432.053, i “no” 667. Quei dati sono ufficiali e quindi veri ma non sono veri-
            dici. Essi risultano da atti, ma gli atti stessi non dicono quale fosse la realtà.
            Quei dati cioè non comprovano affatto che la quasi totalità degli abitanti del
            Mezzogiorno volesse per re Vittorio Emanuele II anziché Francesco II e pre-
            ferisse lo Statuto alle leggi vigenti.
               I plebisciti furono la formalità di cui v’era bisogno per avallare i “fatti
            compiuti”.  Il voto popolare aveva sancito l’annessione della  Toscana e
            dell’Emilia, ma anche la nascita del Secondo Impero e il trasferimento e la
            cessione della Savoia e di Nizza alla Francia.
               Nell’Europa delle nazioni i plebisciti cancellarono la sovranità del
            Borbone sulle Due Sicilie prima che fosse definitivamente sconfitto.
                 Con suo pieno diritto Francesco II non ne tenne alcun conto. Migliaia di
            testimonianze denunciavano l’inattendibilità del voto, che venne proposto (o
            imposto) quando la guerra era ancora in corso e la popolazione non era in
            grado di scegliere liberamente perché i fautori di Francesco II risultavano
            automaticamente nemici.
               Dal canto suo Francesco II non tentò una seconda offensiva. I borbonici si
            trincerarono  a nordovest della linea  Capua-Teano. Il 25 ottobre, quasi un
            mese dopo la battaglia, ormai sicuro di avere via libera Garibaldi passò il
            Volturno su un ponte di barche e si attestò nei pressi di Caianello e Patenora.
            La  mattina  seguente  sopraggiunsero  i  generali  Cialdini  e  Della  Rocca.
            Qualche ora dopo arrivò Vittorio Emanuele II, a cavallo, preceduto dal suono
            della marcia reale. Andò verso Garibaldi, che, a sua volta a cavallo, lo salutò
            “primo re d’Italia”.
               Era fatta.
               L’esercito borbonico era poco lontano. Continuò a battersi con valore e
            inflisse gravi perdite all’avversario, ma era ormai sproporzionato al territorio
            presidiato. Il 3 novembre le truppe italiane  passarono il Garigliano;  i
            Granatieri di Sardegna e i bersaglieri costrinsero i borbonici ad arretrare da
            Mola  e a chiudersi in Gaeta. Lo stesso giorno venne proclamato l’esito del
            plebiscito. La via di Napoli era aperta...
               Il 4 novembre Garibaldi distribuì medaglie e diplomi di merito. Alle cin-
            que e trenta del 7 novembre re Vittorio partì da Sessa Aurunca  verso Capua
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