Page 284 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            ti nel luglio del 1860 . A settembre le forze dell’Esercito Meridionale erano
            ormai di circa 21.000 uomini, e quasi raggiungevano la consistenza numerica
            dell’esercito borbonico, stimato in circa 30.000 effettivi. Non si trattava di un
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            esercito equipaggiato con armamenti scadenti o di seconda scelta . Gli uomi-
            ni che misero piede in Sicilia con le prime ondate di sbarco erano per lo più
            veterani della guerra del 1859 contro l’Austria ed erano equipaggiati con i
            propri fucili  da fanteria  Mod. 1844 a canna  liscia  dell’esercito  sardo, con
            l’eccezione  dei  Carabinieri  Genovesi equipaggiati  con Carabine  Federali
            svizzere. Ma la situazione ebbe un netto miglioramento una volta che i porti
            della Sicilia furono messi in sicurezza. Dopo la Battaglia di Milazzo il tra-
            sporto a vapore Queen of England sbarcò il 15 agosto qualcosa come 23.500
            fucili rigati Enfield, stipati in 1.175 casse, alle quali si aggiunsero several
            cannoni rigati, tra i quali due pezzi Whitwhort da 12 libbre, che nel 1860
            rappresentavano quanto di meglio ci fosse nel campo della tecnologia belli-
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            ca . Questa massa di armi fu in grado di rimpiazzare totalmente gli equipag-
            giamenti pressoché di tutti gli effettivi dell’esercito meridionale, al punto che
            il fucile Enfield divenne l’arma standard di intere divisioni, come ad esempio
            la 17a Divisione di Medici, e una delle icone della spedizione .
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            31  Trevelyan, Garibaldi and the making of Italy cit., p. 318. Uno dei due pezzi Whitworth
               consegnati a Garibaldi venne in seguito consegnato a Vittorio Emanuele II dal principe di
               Sant’Elia di Palermo ed è conservato in splendide condizioni presso il Museo Storico Na-
               zionale dell’Artiglieria di Torino [Inventario 273 P205]. Si trattava di un cannone a retro-
               carica la cui anima era a sezione esagonale le cui facce si sviluppano costituendo un’elica
               e gli spigoli le rigature vere e proprie. La sezione poligonale garantiva il perfetto centrag-
               gio del proietto, ogivale. Il sistema garantiva ottimi risultati e prestazioni per il periodo
               eccezionali dal momento che era in grado di forare blindature di medio spessore a 800
               metri di distanza. Ma durante il tiro prolungato l’otturatore, brevettato nel 1855, aveva il
               grosso difetto di bloccarsi per effetto delle incrostazioni risultanti dalla combustione della
               polvere nera. aa.VV., Col Ferro col Fuoco. robe di artiglieria nella Cittadella di torino,
               Milano 1995, p. 317.
            32  L’agiografia risorgimentale prevedeva una massa di volontari in giacca rossa male equi-
               paggiati e peggio armati di vecchi fucili e di qualche vecchio cannone! F. Fasolo, G. Ga-
               ribaldi e la battaglia del 1. ottobre 1860, Caserta 1907, p. 20
            33  Trevelyan, Garibaldi and the making of Italy cit., p. 330.
            34  Non a caso un Enfield M. 1858 equipaggia La sentinella garibaldina di Girolamo Induno,
               tela conservata presso il Museo nazionale del Risorgimento di Torino. L’Esercito Meridio-
               nale poté godere di rifornimenti veramente importanti e verso la fine dell’estate i garibal-
               dini disponevano di un arsenale composto dalla pressoché totalità delle armi individua-
               li rigate prodotte in Europa. Dagli Stati Uniti giunsero inoltre 100 fucili Colt a tamburo.
               Trevelyan, Garibaldi and the making of Italy cit., pp. 326-330.
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