Page 318 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            talune richieste di oppositori garibaldini e mazziniani, iniziando una stagione
            che, da lì a breve, si sarebbe conclusa. Infatti il chiedere il punto di vista, o
            meglio l’approvazione, di una decisione già presa, non ha costituito l’inizio
            di una pratica di governo, di tipo elettorale, bensì soltanto una forma tempo-
            ranea e propagandistica di ricerca del consenso quasi senza controllo della
            sua realtà politica. Ed in ogni caso, questa parentesi si chiuse rapidamente,
            anche perché la situazione delle leggi che regolarmente prevedevano la par-
            tecipazione dei cittadini doveva tardare a comparire e non poco.
               Per convincersi della realtà di questi suffragi ‘plebiscitari’, basterà ricor-
            dare che nelle elezioni, che, poco dopo l’Unità, con la legge elettorale del 17
            dicembre 1860, n. 4513, il censo ristretto prevedeva per eleggere i 443 depu-
            tati del Parlamento italiano, soltanto 418.696 elettori, ciò che corrispondeva
            a 1,92 per cento degli  abitanti  del  Regno. Si tenga  anche  conto  che  nelle
            prime elezioni del 27 gennaio 1861, soltanto il 57,20 per cento degli elettori
            prese parte al voto, con un numero di votanti di 239.583, cifra che abbassava
            a meno dell’un per cento dell’intera popolazione la rappresentanza dei  depu-
            tati eletti. Quanto poi alla seconda camera, il Senato, la sua unica origine non
            aveva nulla a che fare con votazioni popolari o censitarie, essendo solo di
            nomina regia.
               Se raffrontata ai numeri che i plebisciti ‘popolari’ registrarono, la differen-
            za dei partecipanti alle votazioni di poco successive, appare enorme, e politi-
            camente molto significativa. I plebisciti vanno tuttavia ricordati poiché il loro
            andamento diedero, in dodici anni, forma e realtà al Regno d’Italia:

            -  9 maggio 1848 – plebiscito a Modena
            -  10 maggio 1848 – plebiscito a Piacenza
            -  8 giugno 1848 – plebiscito a Milano
            -  4 luglio1848 – plebiscito a Venezia
            -  14 agosto 1859 – plebiscito a Parma
            -  11-12 marzo 1860 – plebiscito in Emilia e Toscana
            -  15-15 aprile 1860 – plebiscito nel circondario di Nizza
            -  22-23 aprile 1860 – plebiscito in Savoia
            -  21 ottobre 1860 – plebiscito nel regno delle Due Sicilie
            -  4 novembre 1860 – plebiscito nelle Marche e in Umbria


               Per quanto riguarda l’insieme degli unici plebisciti di cessione, va notato
            che gli appelli del re di Sardegna e di Cavour ebbero  pieno successo. I risul-
            tati furono chiarissimi e sono a favore dell’annessione alla Francia. Nel cir-
            condario di Nizza i dati numerici delle votazioni del 15 e del 16 aprile 1860
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