Page 320 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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320 Il RIsoRgImento e l’euRopa. attoRI e pRotagonIstI dell’unItà d’ItalIa.
Per la parte storica, poetica e sentimentale ed anche per quella culturale,
le citazioni potrebbero moltiplicarsi, poiché in molti interventi, l’evocazione
fu spesso di natura più sentimentale che politica. Citiamo per esempio la parte
centrale dell’intervento alla Camera del deputato di Milano, Luigi Castellani-
Fantoni, che nella prima seduta affrontava la questione in modo lirico:
“...In un angolo estremo dell’Italia nostra, sta il suo più vago e olezzante
giardino che natura abbia donato; esso sta semichiuso fra una cerchia di
monti che gli fanno corona, e che costituiscono ad un tempo un naturale
baluardo all’Italia. Ivi sta Nizza, città ricca, popolosa, delizia degli stranieri,
patria di grandi uomini che hanno illustrata l’Italia colle loro gesta...Or bene,
questo vago giardino, questo baluardo d’Italia, queste popolazioni italiane,
voi avete o state per cedere alla Francia che ve le ha chieste come una riven-
dicazione, come una difesa alla sua frontiera. Lo potevate, lo dovevate voi?
Io lo niego...”.
E l’indomani, il deputato di Aosta, Domenico Carutti di Cantogno, escla-
mava:
“...Sì. commosso fino alle lacrime, separato da Nizza, separato dalla
Savoia, il vecchio Piemonte non è più; questi sono gli ultimi giorni della sua
vita di otto secoli; sì, lo ripeto finis Pedemontii...”.
Per altri, il trattato concluso non era accettabile in quanto era chiaramente
‘immorale’, come disse il deputato di Lodi, Luigi Anelli:
“I popoli sono parte dell’umanità, l’umanità non è cosa venale, né nella
dottrina cristiana, né nella tradizione; essa è parte di Dio e Dio non si vende...
Si restituisca all’Italia la Corsica e Malta, ed essa abbandonerà la Savoia; ma
Nizza rimanga libera dei suoi destini...Non aggiungete lo scherno all’infamia
di aver venduti i fratelli...”.
Pure la nostalgia appariva in molti interventi come più tardi, evocando
queste vicende, Garibaldi doveva scrivere nelle sue Memorie:
“...La mia Nizza! La mia culla! La città del mio affetto ! Ove posano le
reliquie dei mie miei cari! La tua memoria mi ricorda un rimorso! sì un rimor-
so!...”.
Ma va ricordato anche che, passata la bufera del primo momento, egli
doveva scrivere, dopo il 1870, molto più serenamente:
“...Poco mi importa, o Nizza! che tu ti trovi sulla destra o sulla sinistra del
Paglione. Rotti i confini che dividono la famiglia umana e cacciati dal suo