Page 85 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Le Gendarmerie Preunitarie. iL CorPo dei Carabinieri reaLi durante i PLebisCiti 85
Gli assetti nell’estate del 1859
erano i seguenti. Nella Lombardia
occupata dai piemontesi, il 5 luglio
furono istituite le Divisioni Militari
di Milano e Cremona e la
Sottodivisione di Brescia e venne
inviato il colonnello Trofimo Arnulfi
per organizzarvi direttamente il ser-
vizio del Corpo in luogo della
Gendarmeria austriaca che all’epo-
ca contava nella regione circa 1500
uomini, su un Reggimento ripartito
territorialmente come i CCRR. Per
l’esigenza l’ufficiale istituì un appo-
sito Comando dei CCRR, che prov-
vide ad impiegare parte del perso-
nale già in forza ai Distaccamenti
presso l’Armata mobilitata e indisse
nuovi arruolamenti di allievi tratti Magg. Giuseppe Formenti
da giovani lombardi in età compresa
tra i 19 e i 24 anni e di volontari effettivi, anche già appartenuti alla disciol-
ta Gendarmeria purché di sicura fede italiana, con almeno due anni di servizio
e con età superiore ai 30. Con le nuove acquisizioni si poterono costituire le
Divisioni CCRR (Comandi Provinciali) di Milano, Como, Pavia, Brescia e
Cremona.
Riguardo a Parma, fu deciso già dal 21 giugno 1859 con un Decreto
Luogotenenziale del principe Eugenio di Savoia di incorporare quella
Gendarmeria direttamente nei CCRR e venne inviato per questo il maggiore
Luigi Buraggi, ma il procedimento non fu così scontato. Infatti anche se quasi
tutti i gendarmi non avevano seguito la reggente Luisa Maria Teresa di
Borbone, venivano comunque considerati inadeguati dal commissario regio
Pallieri che si fidava solo dei carabinieri e premeva per averne altri, magari
facendo un cambio con i primi gendarmi selezionati (40), che dovevano anda-
re a Torino per essere riaddestrati secondo i criteri del Corpo. Il generale
Lovera, accettando parzialmente la proposta, ne inviò 29 e fu un “tira e
molla” anche perché di militari disponibili non ce n’erano, nonostante la
buona volontà del Governo sabaudo che li prometteva, essendo impegnati in
patria, al fronte, nella Lombardia occupata e negli altri territori commissaria-
ti. Peraltro l’ex esercito parmense dava dei problemi di ordine pubblico per-