Page 166 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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166        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             attraverso la proliferazione di nuove sedi e l’incorporazione di banche minori o
             in fallimento, divenne uno dei maggiori istituti di credito industriale operanti in
             Lombardia. Esso aveva superato senza traumi la crisi del 1907, e voleva raggiun-
             gere una posizione di maggior rilievo nel sistema bancario italiano. Era indispen-
             sabile a questo scopo il concorso di capitale francese, al cui crescente interesse
             per la penisola non erano estranei stimoli politici. Fra il 1911 e il 1914, la Società
             di Credito Provinciale, nei cui organi direttivi i nuovi soci (stavolta si trattava del
             Crédit Français) avevano una posizione decisamente rilevante, ampliò notevol-
             mente sia la propria capacità di raccolta, attraverso ben 56 succursali, sia il suo
             raggio d’azione nel finanziamento industriale, che si allargò al settore elettrico e
             alla navigazione.



             L’Istituto Nazionale delle Assicurazioni
                Prima del 1912 le assicurazioni erano disciplinate in Italia da poche e scarne
             disposizioni inserite nel codice di commercio del 1882, del tutto insufficienti a
             garantire i risparmiatori. È in tale contesto che si manifestò l’idea di istituire un
             monopolio statale nell’esercizio delle assicurazioni sulla vita. Le prime proposte
             in questo senso si erano avute già nel 1881, ma avevano incontrato una decisa op-
             posizione; nel frattempo erano maturati nuovi fermenti, soprattutto all’estero, in
             tema di intervento statale nel comparto assicurativo, con importanti implicazioni
             di politica economica. L’idea del monopolio era così tornata d’attualità, arrivando
             all’attenzione del parlamento nel 1910, quando si era discussa una proposta di
             legge per la soppressione delle associazioni tontinarie, forme rudimentali di as-
             sicurazione sulla vita alle quali facevano ricorso soprattutto i ceti meno abbienti.
             L’occasione per la discussione parlamentare era la crisi della Cassa Mutua Pen-
             sioni di Torino, che coinvolgeva numerosi piccoli risparmiatori proprio nell’area
             di influenza elettorale di Giovanni Giolitti: si trattava di lavoratori con redditi
             modesti, i cui interessi rischiavano di essere travolti.
                La proposta riapparve in una veste quanto mai ufficiale nel programma di go-
             verno presentato da Giolitti alle Camere il 6 aprile 1911. Il compito di tradurla in
             realtà era affidato al ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, Francesco
             Saverio Nitti. Quest’ultimo era fautore di numerosi programmi di politica econo-
             mica miranti ad attenuare i vincoli che gravavano sul decollo industriale italiano:
             vincoli di natura energetica, contro i quali Nitti proponeva il suo progetto “elettro-
             irriguo” di sistemazione dei grandi bacini idroelettrici italiani (in particolare del
             Mezzogiorno e delle isole) con cospicui potenziali benefici anche per l’agricoltu-
             ra, e vincoli finanziari, contro i quali il ministro intendeva potenziare l’interven-
             to economico pubblico, però con fonti di finanziamento al di fuori del bilancio
             annuale dello Stato. A questo scopo Nitti aveva ideato una strategia analoga a
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