Page 171 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
P. 171

III SeSSIone - l’ItalIa economIca                                   171



             [del nuovo] istituto. La presenza dello scienziato alla presidenza […] assumeva
             per Nitti e per Pogliani un’importanza notevole, alla luce dei programmi di espan-
             sione della banca: la stima di cui era circondato in Inghilterra e negli Stati Uniti, e
             la sua ottima conoscenza degli ambienti finanziari di quei paesi furono oltremodo
                                                                               16
             utili per quello che intendeva divenire «un grande istituto internazionale»” . Nit-
             ti, infatti, non meno di Pogliani e dei Perrone, già nel novembre 1914 disegnava
             un quadro molto ambizioso per il futuro della nuova banca: “Il programma deve
             essere: direttamente o con l’aiuto del capitale americano (che è il più ben disposto
             e meno esigente) tenerci pronti ad acquistare i titoli delle società belghe, tedesche
                                      17
             e austriache dopo la guerra” .
                Del resto il progetto, nelle intenzioni dei suoi promotori, “doveva costituire
             il punto di partenza per la realizzazione di un «programma nazionale» indub-
             biamente affine, nelle sue grandi linee, a quel disegno complessivo di sviluppo
             dell’economia italiana e dei suoi rapporti con l’estero” che l’ex-ministro di Agri-
             coltura, Industria e Commercio andava elaborando fin dai primi anni del secolo, e
             che nel febbraio 1915 avrebbe esposto chiaramente all’Accademia delle Scienze
                      18
             di Napoli . Nasceva così, il 31 dicembre 1914, la Banca Italiana di Sconto (BIS).
             Secondo l’atto costitutivo, essa doveva caratterizzarsi come un “Istituto Bancario
             essenzialmente italiano nei fini e nei metodi, destinato nel suo sviluppo successivo
             a raggruppare intorno a sé altre forze, nel momento in cui il credito [subiva] la
             ripercussione della grave situazione politica europea, ed affermare nello stesso
             tempo la fiducia nell’avvenire economico della Nazione” . Era proprio “in qua-
                                                                19
             lità di «contrappeso italiano» all’influenza della Banca Commerciale […] che il
             nuovo istituto, oltre all’aperto appoggio dei nazionalisti, aveva ricevuto anche il
             «fervido benestare di Salandra» e la non meno essenziale adesione del direttore
             generale della Banca d’Italia, Bonaldo Stringher” .
                                                         20
                È noto il legame profondo che la BIS ebbe con l’Ansaldo, mentre sono meno
             noti quelli con altri interessi, in particolare con gli industriali del comparto coto-
             niero (che rappresentavano allora il complesso industriale più forte del paese), che
             fornirono alla sua formazione un contributo almeno pari a quello dell’Ansaldo,
             e poi una parte del settore elettrico (al centro di rilevanti conflitti di potere nel
             periodo bellico), importanti società di navigazione, e (al di là della presidenza) il
             gruppo Marconi. La fusione nella BIS della banca guidata da Pogliani e della SBI,
             peraltro, benché data da tutti per scontata fin dall’inizio, si presentò come molto
             faticosa da realizzare, anche per le divergenze di interessi fra alcune componenti


             16  Ivi, p. 35.
             17  Lettera di Nitti a Pogliani, ivi, p. 35.
             18  A.M. Falchero, La Banca Italiana di Sconto, cit., p. 31.
             19  Ivi, p. 17.
             20  Ivi, p. 36.
   166   167   168   169   170   171   172   173   174   175   176