Page 168 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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168        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             tazione del disegno di legge, la questione del monopolio ebbe profonda eco nella
             stampa nazionale. Ovviamente le posizioni e gli schieramenti rispecchiavano gli
             interessi dei gruppi economici che controllavano le diverse testate. Tra i sostenito-
             ri del monopolio erano dunque schierati i giornali di osservanza giolittiana, come
             “Il Secolo”, “La Tribuna”, “La Stampa” e “Il Messaggero”; fra gli oppositori si
             collocavano il “Corriere della Sera” e il “Giornale d’Italia”. La discussione gene-
             rale sul disegno di legge si svolse alla Camera dal 27 giugno all’8 luglio 1911, e
             si concluse con l’approvazione del passaggio alla votazione sui singoli articoli. A
             questo punto, l’iter del progetto ebbe una battuta d’arresto.
                Gli operatori del settore entrarono in agitazione, si verificarono tensioni sul
             mercato, e furono messe in discussione le basi tecniche del progetto dell’INA, che
             erano state elaborate da un giovane collaboratore di Nitti, un matematico (specia-
             lista di studi statistico-attuariali) in servizio presso la Direzione Generale della
                                       12
             Statistica, Alberto Beneduce . Giolitti e Nitti subirono inoltre pressioni diplo-
             matiche molto forti, che erano evidentemente una conseguenza della particolare
             struttura del mercato assicurativo italiano. In conclusione, il 24 febbraio 1912,
             nell’imminenza  della ripresa della discussione parlamentare e della votazione
             sull’articolato, il governo presentò un testo emendato, che accoglieva alcune ri-
             chieste avanzate dagli oppositori: l’attuazione del monopolio veniva rinviata al
             termine di un periodo decennale di transizione, ma veniva introdotto l’obbligo per
             le compagnie operanti nel ramo vita di cedere all’INA il 40% delle polizze di nuo-
             va acquisizione; restava ferma la possibilità per le compagnie che lo volevano di
             cedere al nuovo Istituto i loro contratti e la loro quota di mercato. La discussione
             riprese il 27 febbraio e la Camera approvò il disegno di legge modificato il 2 mar-
             zo 1912. La successiva approvazione del Senato avvenne il 23 marzo: il progetto
             di Nitti divenne così la legge 4 aprile 1912, n. 305.
                Bisognava ora vincere la battaglia per l’organizzazione e l’affermazione dell’I-
             NA, anche per dimostrare la fondatezza delle scelte fatte e della politica intrapre-
             sa. Anche in questo Nitti si avvalse della collaborazione di Beneduce, che entrò
             a far parte del consiglio di amministrazione, insediato il 12 settembre 1912 alla
             presenza del ministro. Presidente dell’INA fu nominato Stringher, vicepresidente
             Vincenzo Magaldi, direttore generale Carlo Tocci, vicedirettore generale Enrico
             Scodnik; oltre a Beneduce, facevano parte del consiglio Prospero Anaclerio (re-
             sponsabile della filiale italiana della New York Life Insurance, prima compagnia


             12  Su Alberto Beneduce si rinvia alla biografia di M. Franzinelli e M. Magnani, Beneduce. Il finan-
                 ziere di Mussolini, Mondadori, Milano 2009, anche per quel che riguarda la vasta bibliografia
                 pregressa. Agli autori è incredibilmente sfuggita la porzione delle carte personali di Beneduce
                 donate dagli eredi all’archivio storico dell’INA nel 1965, donazione che avviò nella famiglia la
                 riflessione che avrebbe portato, nel 1969, alla donazione del resto delle carte all’archivio storico
                 della Banca d’Italia: cfr. G. Paoloni, Le carte Beneduce presso l’Ina. Percorsi archivistici nella
                 formazione di un grand commis, in “Imprese e storia”, n. 19, giugno 1999, pp. 137-155.
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