Page 172 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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172        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             della finanza francese: a questo furono interamente dedicati i primi sei mesi di
             vita del nuovo istituto. La fusione si concretizzò, infine, solo all’inizio del giugno
             1915, cioè dopo l’entrata in guerra dell’Italia; inoltre alla banca mancarono, alla
             fine, quei capitali americani su cui, come si è visto, tanto avevano puntato Nitti e
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             Pogliani .


             Qualche considerazione conclusiva: uomini ed esperienze dalla neutralità al
                dopoguerra
                La neutralità era stata scelta dalla maggioranza della classe dirigente italiana
             nella prospettiva di una durata limitata della guerra, che secondo un’opinione as-
             sai diffusa all’inizio del conflitto – e non solo in Italia – avrebbe dovuto risolversi
             nel giro di pochi mesi, o comunque non più di un anno. Alla fine del 1914, però,
             cominciava a farsi strada l’idea che la guerra sarebbe durata molto a lungo, e che
             alla sua conclusione in Europa i cambiamenti sarebbero stati profondi e sostan-
             ziali, ben al di là dello spostamento di qualche linea di confine. In questa nuova
             prospettiva la convenienza politica ed economica sembrava andare in direzione
             opposta alla neutralità. Su questa linea si collocavano sia la nascita della BIS, sia
             la previsione di nuove attività assicurative in capo all’INA, legate alle contingen-
             ze belliche e ai rischi di guerra, sia infine la nascita, nel dicembre 1914, del Con-
             sorzio per Sovvenzioni su Valori Industriali (CSVI), promosso da Stringher, la cui
             operatività era strettamente legata alle strutture organizzative e agli strumenti di
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             sostegno della Banca d’Italia .
                Il CSVI fornì all’inizio un significativo appoggio alle banche, in quanto con
             la sua stessa presenza riuscì a riportare la calma nel mercato mobiliare. Succes-
             sivamente, esso offrì una preziosa risorsa di liquidità aggiuntiva per le necessità
             finanziarie dell’industria più direttamente coinvolta nella produzione bellica. Le
             operazioni del Consorzio furono, durante la guerra, operazioni a breve termine; lo
             stesso Stringher avvertiva che il sistematico rientro dei finanziamenti era condi-
             zione necessaria a conservarne l’operatività, data l’esiguità e l’origine tecnica dei
             suoi mezzi. Il suo impegno mantenne per tutta la durata della guerra il carattere
             di una “riserva di seconda linea”, “integratrice dell’azione dispiegata dagli orga-
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             nismi ordinari del credito” , rimanendo abbastanza limitato. Nel periodo che va
             dalla neutralità al dopoguerra Stringher consolidò il suo ruolo alla guida del siste-
             ma creditizio, non solo indirizzando la politica monetaria, come in fondo rientrava
             nelle sue competenze di direttore dell’istituto d’emissione, ma guidandone la cre-


             21  Ivi, pp. 51-55.
             22  Sul CSVI, le sue origini e la sua attività nel periodo bellico, cfr. A.M. Biscaini, P. Gnes, A. Ro-
                 selli, Origini e sviluppi, cit., alle pp. 154-161.
             23  Ivi, p. 157.
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