Page 175 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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III SeSSIone - l’ItalIa economIca                                   175



             Tecnologia, guerra e progresso



             s.ten. Paolo ForMiConi






                 l XX secolo è stato quello nel quale, più di ogni altro, la guerra, il progresso
             I scientifico e l’economia hanno intrecciato il proprio percorso. L’idea, eredi-
             tata dal’illuminismo, che il progresso fosse soprattutto la stratificazione del sape-
             re attraverso le generazioni, e che esso portasse fatalmente ad un miglioramento
             dell’uomo e dei suoi comportamenti spingeva tutti i paesi a investire notevol-
             mente nel campo dell’istruzione, soprattutto scientifica, nello stesso tempo in cui
             somme enormi erano spese anche per gli armamenti. Malgrado quello che spesso
             si ritiene, la spesa per le armi e quella per i libri  non sono affatto antitetiche.
                Il kaiser Guglielmo, un personaggio un po’ megalomane ma tutt’altro che ca-
             ricaturale come lo si è voluto dipingere, intervenne personalmente nel 1890 alla
             Schuleconferenz, l’assise nella quale si decidevano gli orientamenti della istruzio-
             ne pubblica tedesca, per perorare le ragioni dell’insegnamento scientifico e della
             lingua inglese contro la tradizione dei licei-ginnasi tedeschi, legati al greco, al
             latino e alla filosofia come basi per la cultura del cittadino: “dobbiamo creare dei
             giovani tedeschi e non dei giovani greci e romani” .
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                Vi era nel monarca tedesco, oltre l’ovvia intenzione di dotare la nazione di una
             elite tecnica ed un certo disprezzo per i “letterati”, anche la ingenua fiducia che
             la scienza nella sua esattezza avrebbe consigliato meglio gli uomini rispetto alle
             elucubrazioni della psiche.
                Era la stessa illusione di cui si sarebbe nutrito il positivismo, poi caduto nelle
             aberrazioni dello scientismo totale del Novecento.
                I decenni successivi dimostrarono infatti che si peccava decisamente di ot-
             timismo. Il mondo uscito dalle guerre mondiali sarà assai meno fiducioso della
             scienza di quello che lo aveva preceduto, pur essendo, paradossalmente, quello
             che più di altri beneficerà delle sue scoperte.
                Il disincanto cominciò proprio allora, con la Grande Guerra. Scesi in campo
             con l’illusione di un conflitto “breve e terribile” grazie alla scienza, i belligeranti
             lo scoprirono invece, grazie alla stessa scienza, “lungo e terribile”. Il progresso
             non poneva dunque fine alle guerre.





             1   L. Canfora, 1914, Palermo, Sellerio, 2006, p. 19.
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