Page 309 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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tanza: dove il suolo è coperto di nevi e di ghiacci, ogni piccolo movimento è
subito segnalato dal nemico: dove la temperatura è meno rigida, il terreno è
così pantanoso che i soldati non riescono a camminare: il fondo delle trincee
è coperto da uno strato di melma alto parecchi centimetri, malgrado tutti i
ripieghi ai quali si è ricorso per mantenerle relativamente asciutte: sul fondo
si sono messi ciottoli ricoperti da uno strato di fascine, allo scopo di dare
scolo alle acqua, ma dopo qualche tempo, queste, frammiste a fanghiglia,
non scorrono più: si è provato, in molti punti, a pompare fuori l’acqua, ma
le pompe cessano presto di funzionare perché il fango ne ingorga le valvole:
il mezzo più primitivo, ma il solo efficace, è quello delle secchie attaccate
a lunghe aste munite di contrappeso che si possono manovrare senza uscire
dalla trincea: si ha il vantaggio di poterlo impiantare dovunque si abbia
una secchia ed un palo, ma la quantità di lavoro utile è molto limitata: in
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compenso serve di ginnastica agli uomini che così combattono il freddo» .
Gli zappatori continuavano a lavorare per rendere più abitabili e confortevoli
i trinceramenti. Venivano incrementati i percorsi di comunicazione fra le varie
linee; migliorato il sistema di scolo delle acque; impiantata strumentazione di
riscaldamento; perfezionati i mezzi di rifornimento; di trasporto e di servizio po-
stale. In una trincea – racconta Greppi – i soldati ascoltarono tramite apparecchio
telefonico un grammofono che veniva fatto girare a otto miglia di distanza. Noti-
zie provenienti dal fronte rivelavano come questo strumento fosse un lusso par-
ticolarmente apprezzato dagli inglesi tant’è che ne furono installati molti anche a
bordo dei sottomarini per allietare le lunghe ore di inattività sui fondali a cui erano
spesso obbligati i marinai. Tra le altre curiosità provenienti dal continente, Greppi
riportava che un ufficiale gli avesse raccontato che il suo battaglione era riusci-
to a raggiungere un’intesa col nemico per sospendere il fuoco in certe ore della
giornata e permettere agli uomini di consumare tranquillamente il rancio. Ciò era
durato per oltre una decina di giorni, ma in seguito, con cavalleria, i nemici ave-
vano avvertito che dal giorno successivo l’accordo sarebbe cessato perché il loro
reggimento (bavarese) lasciava le trincee e veniva sostituito da uno prussiano.
Il comandante bavarese consigliava amichevolmente di non provare a proporre
accordi ai prussiani, ritenuti notoriamente meno malleabili.
La notizia dell’occupazione di Valona e dell’isola di Saseno da parte delle
truppe italiane fu accolta a Londra da grande entusiasmo e fu giudicata un’azione
di forza italiana nei confronti delle mene austriache nei Balcani. Questi eventi
permettevano alle principali testate giornalistiche di corroborare la convinzione
che entro breve tempo Roma sarebbe entrato in guerra a fianco dell’Intesa. Era
ormai palese che gli interessi italiani fossero più vicini a quelli inglesi che a quelli
austro-ungarici. Si sperava, dunque, che l’azione in Adriatico orientale potesse
21 Ibidem.